Gli stipendi dei dirigenti, dei conduttori e dei giornalisti Rai diffusi nei giorni scorsi hanno creato un clima di generale indignazione, soprattutto per tre aspetti.
In primis perché si ritiene che gli stipendi concessi ai lavoratori Rai siano estremamente generosi per una tv pubblica che si rispetti; in secondo luogo perché la Rai non ripaga queste spese pazze solo con i suoi soldi, ma lo fa invece servendosi del canone che tutti i contribuenti sono costretti a pagare. Infine a percepire cifre folli non sono soltanto gli attivi, ma anche coloro che non hanno più alcun ruolo nel piccolo schermo.
I conti della Rai e quegli stipendi a sei cifre
In tutto sono 94 su un totale di 13mila i dipendenti Rai che guadagnano più di 200mila euro l’anno, e tra questi abbiamo il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto che incassa 652mila euro l’anno, la presidente Monica Maggioni che si porta a casa 270mila euro l’anno, il presidente di Rai Way Raffaele Agrusti (340mila euro), la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta (272mila euro) e così via fino a toccare dei ruoli che non sono sempre associati a quelli di un dirigente. Come Bianca Berlinguer, per esempio, che dalla Rai ha preso 280mila euro annui.
Addentrandoci nei conti interni alla Rai scopriamo che nel 2015 la tv di Stato ha speso 977 milioni di euro per i costi del personale e che nello stesso anno gli introiti incassati col canone ammontano a 1.6 miliardi di euro. Ciò significa che il 60% dei proventi viene utilizzato non per investimenti, quanto per “spese del personale”; e fa anche strano accorgersi di come la retribuzione media percepita dai lavoratori Rai sia di ben 75mila euro lordi annui.
I confronti con le tv più importanti di tutto il mondo sono impietosi, e dimostrano come la Rai, per il personale, spenda cifre superiori se non doppie o triple rispetto a quelle che sborsano autorevolissime emittenti straniere (come la BBC, il cui direttore generale guadagna 110mila euro in meno rispetto a Campo Dall’Orto).
Brunello Colli