Mattia Sorbi, giornalista freelance italiano, inviato in Ucraina anche per la Rai, aveva fatto perdere le sue tracce dal 31 agosto. Dalla Farnesina nelle scorse ore si era appreso che il giornalista era stato coinvolto in un conflitto a fuoco a Cherson, che gli avrebbe procurato ferite lievi.
Dal suo profilo Facebook, il giornalista ha poi rassicurato in italiano e in inglese sulle sue condizioni e sui motivi della sua assenza: “Cari Amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro. Sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere on line come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l’importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere”.
Secondo l’agenzia di stampa filogovernativa russa, Tass, l’incidente sarebbe stato una provocazione della propaganda ucraina: “Le forze armate ucraine hanno organizzato una provocazione, con l’obiettivo di far saltare in aria il reporter italiano Mattia Sorbi su una mina nella regione di Cherson, in modo da poter accusare della sua morte le forze armate russe”. L’incidente avrebbe provocato la morte dell’autista del freelance, mentre lui sarebbe “ricoverato in un’unità di cure intensive con numerose ferite da schegge, sta ricevendo tutte le cure necessarie. Le sue condizioni sono stabili”.