Si torna a discutere di guerra tra Russia e Ucraina alla Camera dei Deputati. Nella giornata di oggi sono previste infatti le dichiarazioni di voto delle diverse forze politiche sull’invio di nuove armi e aiuti al governo di Kiev. L’attesa di Montecitorio era tutta per Giuseppe Conte. E il leader del Movimento 5 Stelle, da tempo fermo su posizioni contrarie a nuovi invii di armamenti a Zelensky, non delude certo le attese. Le sue sono parole durissime.
“Lo diciamo da mesi: è tempo di negoziati, non di armi e guerra a oltranza. Lo diremo chiaro a questo governo”, con queste parole Giuseppe Conte spiega su Facebook quale sarebbe stato il contenuto del suo intervento alla Camera sulla guerra in Ucraina. Poi l’ex premier si presenta in Aula. “L’Italia sulla crisi ucraina svolga un vero ruolo da protagonista promuovendo una conferenza di pace. – questa la sua richiesta al governo Meloni – Non possiamo continuare a pensare ad una illusoria disfatta della Russia”.
“L’invio di armi è stato un contributo necessario per garantire alla popolazione Ucraina la legittima difesa. – premette il leader pentastellato – Oggi dopo nove mesi questa non può essere più la soluzione. Sul piano delle armi e del sostegno militare si è agito tanto anche troppo, di diplomazia, di negoziati di pace a oggi non vediamo nessuna traccia. La pace va costruita, frutto di una strategia che va faticosamente perseguita”. Insomma, secondo Conte andava bene aiutare il governo di Zelensky, ma ora basta. L’Italia secondo lui ha già dato.
“Esigiamo un cambio di passo dall’Alleanza atlantica, dall’Unione europea, dai protagonisti del conflitto e dai principali players internazionali. – questa la posizione intransigente espressa da Giuseppe Conte – Esigiamo un cambio di passo dal nostro governo, dal nostro Paese, chiesto da centomila cittadini che hanno sfilato qui a Roma un mese fa. Il Movimento 5 Stelle non si rassegna all’ineluttabilità della guerra, occorre dare voce all’anelito di pace. Vogliamo che l’Italia sia protagonista dell’apertura di un vero piano negoziale. Non possiamo pensare di continuare a inseguire un’illusoria disfatta della Russia”, conclude così il suo intervento.
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