La guerra tra Ucraina e Russia si avvia ad una svolta. O almeno è questa la speranza della coalizione occidentale, dopo che Usa e Germania hanno deciso di fornire al governo di Kiev un discreto numero di carri armati Abrams e Leopard. Dopo il rifiuto iniziale, Olaf Scholz si sarebbe finalmente convinto a cedere a Zelensky e ai suoi uomini 14 Leopard 2A6. Il cancelliere socialdemocratico potrebbe annunciare la sua decisione oggi al Bundestag. Secondo gli analisti militari ci vorranno almeno 100 di questi mezzi blindati per imprimere un cambio di rotta al conflitto. Intanto anche il governo italiano guidato da Giorgia Meloni si sta muovendo. È il ministro degli Esteri Antonio Tajani a promettere che l’invio di armi dell’Italia in Ucraina “avverrà il prima possibile”.
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Invio armi all’Ucraina, l’annuncio di Tajani
“L’invio di armi avverrà il prima possibile. – annuncia il vicepremier Tajani durante un’intervista a La Stampa – L’Ucraina ha urgente bisogno anche di aiuti per i civili. Ci stiamo concentrando sul sostegno umanitario. La Russia vuole riportare l’Ucraina al Medioevo. Per i missili Samp-T ci vuole tempo, ci sono questioni tecniche da risolvere, ma arriveremo a una soluzione. Abbiamo mandato decine di tonnellate di materiale elettrico, trasformatori, generatori elettrici, perché la stagione invernale rischia di essere durissima per la popolazione ucraina”, spiega il fedelissimo berlusconiano.
L’impegno dell’Italia con Kiev
“Molte infrastrutture energetiche sono compromesse. – prosegue Tajani – Aggiungiamo altri 10 milioni per l’emergenza. Dobbiamo tenere in piedi la rete elettrica del Paese, è una corsa drammatica per la salvezza di un popolo. La nostra Protezione civile ha convogliato le donazioni di aziende in questo settore e beni umanitari per un valore di otto milioni di euro, attraverso il meccanismo europeo. Dall’inizio della guerra, abbiamo accolto 175mila ucraini, con una risposta di grande solidarietà”.
Per il decreto sul nuovo invio di armi, invece, spiega Tajani, “ci vuole tempo, è normale. Ci sono dei problemi tecnici. Non è questione di volontà. Il decreto significa anche l’elenco delle armi che vengono inviate. Dobbiamo affrontare questioni tecniche, per assemblare il sistema difensivo coi francesi”. Il ministro degli Esteri si dice inoltre “preoccupato perché il clima non è dei migliori. Le dichiarazioni dei russi sono molto aggressive. Mi auguro che sia propaganda e che non ci sia voglia di alzare i toni dello scontro. Né la Nato, né l’Europa, che hanno il dovere di aiutare l’Ucraina, sono in guerra con la Russia. La vicinanza tra le parti è difficile. Per chi è invaso da una potenza nemica, è veramente complicato accettare di scendere a compromessi. Ma aiutare Kiev significa continuare a cercare percorsi di pace”, conclude.
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