La svolta di Enrico Letta sulla guerra in Ucraina. Il segretario del Pd è uno dei maggiori sostenitori dell’intervento della Nato a sostegno di Kiev con l’invio sempre più massiccio di armamenti. Letta resta convinto che non si debba cedere di un millimetro di fronte alla violenza dell’esercito russo e del presidente Vladimir Putin. Ma, a differenza dei giorni scorsi, stavolta apre nettamente all’ipotesi della pace durante un’intervista al Corriere della Sera.
“L’idea di vincere, di battere l’avversario non mi appartiene. – dichiara Letta al Corriere – Questo è lo schema nel quale vorrebbe costringerci Putin. È l’ora del cessate il fuoco, della tregua, della pace. Sapendo che l’aggressore è uno e uno solo: Putin. Va fermato, fiaccato, spinto alla pace. Quello della guerra per procura fatta dalla Nato è un concetto che rigetto. La sofferenza di questa guerra grava tutta sulle spalle del popolo e dei soldati ucraini. Solo loro possono dire a quali condizioni arrivare alla pace”.
“Stoltenberg dice che è il popolo ucraino che deve decidere. – Letta spiega il significato delle dichiarazioni del segretario generale Nato – E aggiunge che l’annessione della Crimea è stata illegale. Una constatazione ovvia. Ma il problema è che è Putin a non dare segnali di pace. E nel nostro dibattito non basta la sola ripetizione della parola pace, se non si indica come, se non ci si assumono le responsabilità conseguenti. Perché equivarrebbe a non far nulla, di fronte a Putin che non si ferma. Anzi equivarrebbe a lasciar fare: come a Bucha, a Mariupol. O come a Srebrenica, quando i caschi blu si voltarono dall’altra parte mentre ottomila bosniaci venivano trucidati”.
“Piena condivisione dell’alleanza atlantica. – conferma Enrico Letta – È innegabile che l’intelligence Usa abbia visto giusto sull’invasione mentre l’Europa si fidava ancora di Putin. Ed è ineccepibile il loro sostegno all’Ucraina aggredita. Ma ripeto: la sfida per la pace si gioca qui e deve condurla l’Europa. E sono fuori luogo le uscite di Boris Johnson, quando dice che la guerra va portata sul territorio russo. In Italia, come in Grecia, Bulgaria e Ungheria si avverte la paura. Secondo i sondaggi siamo i Paesi in cui la pubblica opinione è più inquieta e più filorussa. Ma sarebbe inaccettabile lasciare campo libero a Putin: repressione, massacri, anche omicidi nelle alte sfere russe. Un disprezzo totale per la vita. Non si possono chiudere gli occhi”, conclude.
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