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Ucraina, Draghi al Senato: “Cessate il fuoco e negoziati il prima possibile”

Mario Draghi si presenta nell’aula del Senato per una informativa sulla situazione della guerra in Ucraina. Il premier italiano condanna nuovamente in modo deciso l’invasione russa, confermando che il nostro Paese offrirà il suo sostegno nelle indagini su eventuali crimini di guerra commessi dall’esercito di Mosca. Ma, oltre al bastone, Draghi offre al presidente russo Vladimir Putin anche la carota. “Dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati”, sottolinea infatti Draghi.

Informativa di Draghi sull’Ucraina in Senato

“La guerra è giunta all’85 giorno: la speranza di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi da parte dei russi s’è scontrata con la resistenza del popolo ucraino. – dichiara Draghi in Senato aprendo il suo intervento – Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati. È la posizione dell’Italia, dell’Ue e che ho condiviso con Biden. L’Italia si muoverà con i partner europei e gli alleati per ogni possibilità di mediazione, ma sarà l’Ucraina e non altri decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile”.

“Serve la razionalizzazione della spesa militare in Ue la cui distribuzione è inefficiente. – prosegue Draghi – Serve una coordinamento degli investimenti in sicurezza. Negli incontri avuti negli Usa ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata in campo transatlantico e in Ue. Questa posizione ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace. I contatti tra il capo del Pentagono e il ministro della Difesa rappresentano un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra”.

“Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno”, aggiunge poi il premier che poi si sofferma sulla recente espulsione di 24 diplomatici italiani dalla Russia. Draghi lo considera un “atto ostile che ricalca decisioni simili prese verso altri Paesi europei e risponde a espulsioni di diplomatici da parte italiana. È essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione russa e solo da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale. Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile. La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni anche a “Kiev. L’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra”, conclude.

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