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Ucraina, “Racconterò tutto”, la storia del comandante della Wagner fuggito in Norvegia

Si chiama Andrey Medvedev, ha 26 anni e da oggi è un disertore. Il primo di cui si ha notizia dall’inizio della guerra. Non un soldato qualunque qualunque nelle fila dell’esercito russo, ma un comandante del temuto battaglione “Wagner”.

Prigozhin

La brigata di mercenari al soldo di Mosca, fondata dall’oligarca “cuoco” di Putin, Evgenij Prigozhin, è infatti tra le pagine più nere dell’invasione russa in Ucraina, tacciata di spietatezza, assoluto disprezzo della vita umana e crimini di guerra sui quali si sta indagando.

Medvedev è un mercenario, dunque, un contractor. Ukrinform lo descrive come ex soldato dell’esercito russo, che ha subito il carcere in patria tra il 2017 e il 2018.

Lo scorso luglio 2022 si è arruolato nella Wagner, stabilendosi in particolar modo a Lugansk, nel Donbass.

A Lugansk, il soldato si è distinto in particolar modo. Complice anche il massacro dei suoi superiori contro le più aggiornate difese ucraine, Medvedev è diventato comandante del suo battaglione d’assalto.

Membri del gruppo Wagner

Il suo contratto terminava a novembre, ma è stato prolungato, date le infelici sorti dell’avanzata russa.

Poco prima che il suo contratto tornasse operativo, almeno secondo quanto dichiarato dal suo legale, Medvedev ha fatto ritorno in patria, rivolgendosi all’associazione umanitaria Gulagu.

Dalla stessa associazione è arrivato il consiglio di partite in Norvegia, non prima di aver avuto un contatto con uno degli avvocati della stessa.

Le autorità di Oslo hanno riferito che il soldato ha chiesto asilo politico e che riferirà dei crimini di guerra e di quanto da lui osservato sul campo di battaglia.

Cadaveri in strada in Ucraina

Il suo legale riferisce anche che Medvedev non avrebbe preso parte a queste infrazioni della legge internazionale e che, anzi, queste sarebbero state la causa del suo abbandono.

Il suo “capo”, Prigozhin, ha dichiarato alla Bbc che in realtà, il soldato sarebbe proprio di origini norvegesi e che si sarebbe distinto per crimini e maltrattamenti contro i prigionieri, bollandolo, infine, come un “soggetto molto pericoloso”.