Secondo il New York Times, alcuni gerarchi russi starebbero valutando l’uso di armi nucleari tattiche in Ucraina.
Poco dopo la pubblicazione dell’articolo è arrivata la risposta del Cremlino: il portavoce del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, ha ribadito che il suo paese “ipoteticamente consente una reazione utilizzando armi nucleari esclusivamente in risposta all’aggressione con l’utilizzo di armi di distruzione di massa o ad un’aggressione con armi convenzionali quando l’esistenza stessa dello Stato è minacciata”.
La Russia, insomma, aderisce al “principio di inammissibilità”, chiedendo anche “agli altri Stati dotati di armi nucleari di abbandonare i pericolosi tentativi di violare gli interessi vitali reciproci mentre restano in equilibrio sull’orlo di un conflitto armato e incoraggiano provocazioni con armi di distruzione di massa che possono portare a conseguenze catastrofiche”, perché in una guerra nucleare “non ci possono essere vincitori, perciò non dovrebbe mai iniziare”.