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Ue, caos totale: la maggioranza della Von der Leyen si spacca di nuovo

La fragilità della cosiddetta “maggioranza Ursula” si manifesta nuovamente nel Parlamento Europeo, con il Partito Popolare Europeo che si allea con le destre, inclusa l’estrema destra neonazista di AfD, per opporsi al nuovo regolamento sulla deforestazione. Questa normativa, già approvata dalla precedente coalizione di maggioranza, mira a limitare il commercio di prodotti legati al disboscamento, come cacao e caffè, obbligando commercianti e importatori a garantire che le merci vendute non provengano da aree recentemente deforestate.

La tensione è esplosa intorno ad una serie di emendamenti presentati dal Ppe, tra cui una proposta di proroga di due anni, che ha incontrato l’opposizione di Socialisti e Verdi. Nonostante un tentativo di compromesso, con il ritiro parziale delle modifiche da parte del Ppe, il partito ha scelto di sostenere i restanti emendamenti insieme alle forze di destra, tra cui Ecr, Patrioti e il gruppo ultranazionalista Nse. Anche il gruppo Renew, di orientamento liberale, si è spaccato: alcuni membri hanno votato con i socialisti, mentre altri si sono allineati con i popolari.

L’approvazione definitiva della normativa, grazie ai voti congiunti di Ppe e destre, ha spinto il gruppo dei Socialisti e Democratici a dichiarare la fine della “maggioranza Ursula”, che finora aveva sostenuto la Commissione guidata da Ursula von der Leyen. “Siamo vicini a un precipizio, e il Ppe non se ne rende conto”, ha dichiarato Iratxe García Pérez, leader dei Socialisti, sottolineando la preoccupazione per la mancanza di coesione su una questione cruciale per la sostenibilità ambientale.

Dal canto loro, le forze di destra considerano questa votazione un successo, nonché un possibile preludio alla costruzione di una nuova alleanza politica. Patrioti e Conservatori vedono in questa collaborazione un primo passo verso una coalizione più stabile, mentre i Verdi, contrari alle modifiche, hanno chiesto alla presidente von der Leyen di ritirare il testo, che dovrà comunque passare al vaglio del Consiglio Europeo.

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