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Un capo senza più poteri: Di Maio è stato ormai spodestato da Conte

Ma Di Maio è ancora il capo politico dei Cinque Stelle? A stare a sentire le posizioni ufficiali degli esponenti pentastellati, prontissimi a ribadire la loro fedeltà al numero uno del Movimento già all’indomani della crisi di governo, sì. Nei fatti, però, Giggino ha perso in maniera forse definitiva la sua capacità di guida delle truppe grilline. La conferma è arrivata nelle ultime, confuse ore, quando all’interno della galassia gialla si sono giocate due partite ben distinte.

Di Maio ha infatti improvvisamente alzato l’asticella della tensione, sfidando Zingaretti: “O accettate i nostri punti nel programma o salta tutto”. Parole che avevano fatto scattare subito il Pd, con il segretario a tuonare “Basta ultimatum, così non si va avanti”. Una mini crisi rientrata di lì a poco grazie all’intervento del vero capo del Movimento, il premier Giuseppe Conte, sempre più vertice indiscusso dei Cinque Stelle forte anche dell’apprezzamento in costante ascesa tra gli italiani, come sottolineato dai sondaggi.Lo scollamento tra i due mondi è notevole: Di Maio sbraita, provoca, avanza pretese. Conte incontra Orlando e Franceschini a Palazzo Chigi, accompagnato dai grillini Dell’Uva e Patuanelli. Modera i toni, chiarisce, ricuce. Incontra il papa, dopo aver partecipato ai funerali del cardinale Silvestrini. Si prende ancora una volta i riflettori. Al punto da spingere Giggino, sulla carta il vero leader, a riallinearsi.E così Di Maio, dopo i veleni, è costretto a frenare: “Siamo solo stanchi di sentir parlare di poltrone e toto-ministri”. Una toppa quasi peggio del buco, considerando che proprio il numero uno pentastellato porta avanti trattative coi dem per ritagliarsi un posto al sole nel nuovo esecutivo giallorosso. E d’altronde quella rabbia delle ore precedenti era probabilmente figlia soltanto della frustrazione personale di capo ormai senza poteri.

Conte è il vero centro decisionale del Movimento, è chiaro. Si sta pian piano costruendo la maggioranza di cui sarà premier. Di Maio è costretto a strillare per attirare attenzioni su di sé. Bluffa, fingendo di poter condizionare il voto sulla Rousseau. In concreto, è sempre più nudo, spogliato di qualsiasi autorità.

Governo, Di Maio spaventa il Pd: “I nostri punti nel programma o si vota”

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