Un conto che rischia di essere salatissimo, otto miliardi di dollari per l’Europa. E che peserà anche sull’Italia, anche se non è ancora certa la misura. I dazi in arrivo dagli Stati Uniti permettono per ora soltanto di avanzare delle stime, che oscillano tra i circa 200 milioni di dollari fino, nello scenario peggiore, al miliardo di dollari. Una percentuale legata al prelievo e alle filiere penalizzate. Le più esposte sono quelle dell’agroindustria: formaggi dop, come Parmigiano Reggiano, Grana, Mozzarella, Pecorino. Vini, spumanti e liquori. Ma anche olio d’oliva, pasta, caffè, salumi.
Il Rappresentante per il Commercio e consigliere del presidente Robert Lighthizer ha già fatto preparare la lista delle merci da penalizzare. Da Washington hanno fatto sapere di essere pronti ad applicare prelievi fino al 100% del valore, con primo blocco di quattro miliardi che andrebbe a toccare il comparto dell’aeronautica dei Paesi che fanno parte del consorzio Airbus e cioè Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Un primo passaggio che non interesserà l’Italia.Guai in arrivo, invece, nella seconda tranche, degli altri quattro miliardi di dollari. Qui le specialità italiane sono investite in pieno, così come quelle francesi. In mezzo a questo potenziale conflitto commerciale, il Bel Paese spera in Mike Pompeo, Segretario di Stato a breve in visita nel nostro territorio. Conte e Di Maio non potranno pretendere l’esenzione dai dazi, ma il governo farà presente che, se le indiscrezioni sono corrette, le tariffe doganali si abbatteranno in modo sproporzionato sull’agricoltura italiana.
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