Una sfida interna che continua ad andare tutta a vantaggio di una sola delle due anime al governo, quella leghista, e alla quale i Cinque Stelle faticano a trovare una risposta. L’alleato o presunto tale, Salvini, continua a sfruttare il Movimento a suo piacimento, facendolo passare come la parte più confusionaria dell’esecutivo Conte ed evidenziandone limiti e contraddizioni a ogni occasioni. Continuando, nel frattempo, a veder crescere sondaggi già lusinghieri, che vedono ormai il Carroccio sempre più lanciato nel ruolo di primo partito d’Italia.
E d’altronde nella strategia del Capitano c’è anche la demolizione lenta e sistematica dei pentastellati. Gli attacchi espliciti, soprattutto da esponenti radicati a nord. Norme sulla sicurezza che sembrano pensate apposta per scatenare la rabbia della parte legalitaria dei grillini, come sottolinea Piero Ignazi sulle pagine di La Repubblica. I dubbi continui espressi su quel reddito di cittadinanza che del Movimento è stato cavallo di battaglia durante le elezioni. Uno stillicidio.
Come salvarsi prima del disastro? Le strategie possibili passano innanzitutto dall’eventuale ritorno in pompa magna di Di Battista, che scatenerebbe nuovamente tutta l’arma della propaganda Cinque Stelle. A quel punto, però, la rottura con la Lega sarebbe inevitabile nel giro di poco, con probabile ritorno alle urne e nuova, esasperata campagna elettorale.
Altra possibile strada, probabilmente alternativa e non complementare, è quella di un’apertura a sinistra, lasciando strada innanzitutto a Roberto Fico e ai grillini più vicini alle sue posizioni. Anche in questo caso, Salvini prima o poi farebbe un passo indietro per tornare alla vecchia coalizione di centrodestra. Scenari al momento ancora lontani, ma sempre più nella testa di un Movimento alla ricerca di sé stesso.
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