I giornali, con un po’ di ironia, l’hanno già paragonato al celebre Trota, il figlio di Umberto Bossi che aveva avuto qualche problemino nell’illustrare al mondo il suo percorso di studi. Christian Solinas, leader del Partito sardo d’Azione, è il nome scelto da Matteo Salvini per coronare l’ennesima impresa, conquistare la Sardegna dopo essersi già preso l’Abruzzo. Ma a sua volta, si è trovato in una situazione imbarazzante sul fronte laurea, una questione che negli ultimi giorni il diretto interessato ha affrontato poco e sempre malvolentieri.
Il fatidico attestato, infatti, è arrivato soltanto due mesi fa. Una laurea in Giurisprudenza conseguita a Sassari dopo che invece negli anni le polemiche si erano concentrate su un altro presunto pezzo di carta, rilasciato da un inesistente istituto denominato “Leibniz Business Institute”. Lo stesso Miur era intervenuto per negare l’esistenza della struttura. Il caso aveva gettato non poche ombre su Solinas che, in fretta e furia, ha spinto sull’acceleratore per conseguire la qualifica di “dottore”.
Una querelle che si trascina ormai da tempo immemore. Era il 2007, ricorda Il Fatto Quotidiano, quando la testata Il Sardegna sollevava perplessità sui titoli in possesso dall’aspirante presidente regionale”. Circolava, all’epoca, la foto di una presunta cerimonia andata in scena in un presunto Leibniz Business Institute. Una circostanza mai esistita, come chiarito successivamente. Una ferita ancora aperta, nonostante il tempo passato e una laurea (vera) finalmente arrivata.
Perché ancora oggi Solinas, sul quale Salvini punta forte, rifiuta di toccare l’argomento. Un tasto su cui gli avversari politici continuano a insistere, nel tentativo di togliere certezze a una candidatura particolarmente importante per la Lega, che sulla conquista della Sardegna punta molto per completare un percorso virtuoso iniziato con l’arrivo a Palazzo Chigi e che, nelle intenzioni del Carroccio, dovrebbe coronarsi con le prossime europee.
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