Tumori, le allarmanti previsioni dell’Oms per il 2050 – Crescono, a dismisura, i numeri delle patologie oncologiche e, parallelamente, il peso economico delle cure sui sistemi sanitari: nel 2050 si stimano oltre 35 milioni di nuovi casi, addirittura il 77% in più rispetto al 2022, e per Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa: “La Regione europea dell’Oms vedrà un aumento del 38% di nuovi casi di cancro entro il 2045“. L’appello è, poi, quello di “Non tagliare i budget sanitari europei”. Siamo costretti a occuparcene proprio oggi, 4 febbraio, Giornata mondiale contro il cancro, dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Oms ha pubblicato le ultime stime sull’incidenza globale della malattia. Nel 2022 si sono verificati circa 20 milioni di nuovi casi di cancro e 9,7 milioni di decessi. Parimenti, un altro dato assai preoccupante emerge dal report: solo il 39% dei Paesi membri dell’Oms ha coperto le basi della gestione del cancro come parte dei servizi sanitari di base finanziati per tutti i cittadini. I soldi c’erano solo per i vaccini, dunque? (Continua a leggere dopo la foto)
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“Basta tagli alla Sanità”
Tre i principali tipi di cancro nel 2022: cancro al polmone, alla mammella e al colon-retto. I dati interessano 185 Paesi e 36 tipi di tumore. Forse eravamo “distratti” dal Covid-19 per accorgercene. “La nostra analisi rileva che il cancro è più mortale nei paesi a reddito medio-basso rispetto a quelli ad alto reddito, il che mette in luce le numerose disuguaglianze sanitarie che ancora persistono”, ancora nelle parole di Kluge, ma anche nei Paesi sviluppati, se non si inverte la tendenza del disimpegno degli Stati dalla implementazione delle risorse per la Sanità, la strada sembra segnata, senza garantire un equo accesso alle cure: l’indagine condotta dimostra, infatti, che la maggior parte degli Stati non finanzi adeguatamente i servizi prioritari oncologici e di cure palliative, come parte della copertura sanitaria universale. (Continua a leggere dopo la foto)
La situazione in Italia
Osserviamo, adesso, la situazione nel nostro Paese, secondo i dati dell’Associazione italiana di Oncologia Medica le nuove diagnosi di tumore in Italia nel 2023 sono state circa 39.500, 18mila casi in più rispetto al 2020. “Un recente studio della Federazione delle Associazioni Italiane del Volontariato in Oncologia – spiega in una nota Fabrizio Miserocchi, direttore dello Ior, l’Istituto Oncologico Romagnolo – racconta delle difficoltà economiche che devono affrontare i pazienti. La ricerca ha evidenziato che ogni malato è costretto a spendere di tasca propria oltre 1.800 euro l’anno“. In particolare, leggiamo su Il Giornale d’Italia, dallo studio emergono con frequenza esborsi per esami diagnostici (51%) e trasporti (45%). (Continua a leggere dopo la foto)
Recidiva e “turbo-cancro”, reazioni avverse?
Per una strana coincidenza, diciamo così, che non sarà sfuggita al lettore, questa esplosione di casi di cancro e patologie oncologiche coincide con l’epoca delle vaccinazioni di massa: già fior di scienziati hanno sottolineato come possano aver inciso anche i danni collaterali e le reazioni avverse dal vaccino contro il Covid-19. In particolare, la proteina Spike dei vaccini a mRNA contro il Covid potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro. Ecco perché, sempre più spesso sentiamo parlare di “turbo-cancro”. Un ultimo allarme è stato lanciato dal dottor Michael Palmer, medico canadese e docente universitario, autore di un articolo su Doctors for COVID Ethics, ma già l’oncologo Mariano Bizzarri, luminare di fama mondiale, da tempo sostiene che l’induzione da parte della Spike porta alla esacerbazione di tumori già formati, con aumento di metastasi.