Dopo aver subito un ostruzionismo da parte delle opposizioni e dopo aver arroventato il clima politico, il ddl Cirinnà sulle unioni civili sta per essere approvato in via definitiva. A volere l’accelerazione dei tempi il premier Matteo Renzi, che dopo aver fatto compiere al disegno di legge tutti i vari step del caso, si dice ora pronto a votarlo con la fiducia a cavallo tra il 10 e il 12 di maggio.
Il testo, che porta il nome della senatrice Monica Cirinnà, regola la convivenza delle coppie di fatto etero e omosessuali riconoscendo per la prima volta l’esistenza e la disciplina delle coppie gay. La legge si presenta tuttavia svuotata della stepchild adoption, ossia della possibilità per un partner di adottare il figlio biologico dell’altro membro della coppia (sebbene il Partito Democratico abbia garantito di voler mettere mano a questa mancanza nell’ottica di un testo dedicato).
Attualmente il ddl è fermo in commissione Affari Costituzionali della Camera nell’attesa di arrivare in Aula solo il 9 maggio prossimo: la data del 12 maggio appare più che plausibile affinché possa esserci la votazione finale sul testo.
Una votazione destinata tra l’altro a passare senza particolari ostacoli dal momento in cui favorevoli al testo sono Partito Democratico, Sinistra e Libertà, Scelta Civica, i verdiniani del gruppo Ala e anche diversi deputati delle opposizioni (endorsement al testo Cirinnà sono ad esempio arrivati da membri di Forza Italia).
Brunello Colli