Un giovane studente ventinovenne, originario di Oria, nel Brindisino ma trasferitosi a Chieti Scalo per gli studi universitari, si è tolto la vita nel suo appartamento il pomeriggio del 6 aprile. La sua morte è stata scoperta dalla sorella maggiore, con la quale condivideva l’alloggio. Secondo quanto emerso, il giovane aveva lasciato un messaggio di oltre 40 pagine in cui parlava dei suoi ultimi pensieri e preoccupazioni. Sembrava sentirsi insoddisfatto della sua vita, considerandola “inutile e inconcludente”, e non riusciva a superare un esame di Anatomia patologica, che per lui rappresentava un ostacolo insormontabile.
La polizia intervenuta sul posto ha riferito che lo studente mostrava segni di uno stato depressivo già da tempo. Nel suo messaggio, aveva menzionato anche delle presunte bugie che avrebbe raccontato alle persone intorno a lui riguardo agli esami superati, quando in realtà non era così, o forse rivolte a se stesso.
La notizia della sua morte ha scosso profondamente la comunità di Oria, dove il giovane era conosciuto, e la sindaca Maria Lucia Carone ha espresso il suo cordoglio, immedesimandosi nel dolore della famiglia. Anche la pagina Instagram “Chiedimi come sto”, che si occupa di sensibilizzare sul tema della salute mentale tra i giovani, ha commentato l’accaduto. Ha sottolineato come la pressione sociale, la paura di fallire, i sensi di colpa e le bugie siano diventati sempre più presenti nell’ambiente universitario, che dovrebbe essere un luogo di studio, curiosità e approfondimento, ma che spesso si trasforma in una fonte di depressione e ansia. Ha sottolineato la necessità di un cambiamento di rotta, con una maggiore attenzione al benessere psicologico degli studenti, una nuova visione dell’università basata sul rispetto delle persone per le loro competenze e qualità, e la decostruzione della narrazione meritocratica.
La tragica morte di questo giovane studente pone l’attenzione sulla necessità di affrontare il tema della salute mentale tra i giovani universitari e di offrire loro adeguati supporti psicologici. Pressioni accademiche, ansie legate al futuro e senso di fallimento possono pesare notevolmente sulla salute mentale degli studenti, ed è importante che le istituzioni universitarie e la società nel suo complesso siano sensibili a questi problemi e offrano risorse adeguate per affrontarli.