Scatoloni e scatoloni ammassati dentro un gigantesco magazzino, senza che nessuno sappia bene che fine faranno. E che continuano, però, ad avere costi di manutenzione molto alti, nonostante la pandemia Covid sia ormai da tempo alle spalle. Report, il programma in onda su Rai Tre e condotto da Sigfrido Ranucci, ha dedicato al tema delle protezioni per il viso un servizio nel corso dell’ultima puntata della trasmissione. Un viaggio attraverso una struttura della società SDA, società di Poste Italiane alla quale è stata affidata la logistica Covid , a Fara Sabina (provincia di Rieti). “Queste sono mascherine – ha spiegato un dipendente mostrano i tantissimi imballaggi presenti nel magazzino – alcune probabilmente ormai prossime alla scadenza, altre ancora buone”. Nel locale sono stipati anche flaconi, detergenti, guanti e via dicendo: 3 miliardi circa di materiali “avanzati”, con i quali nessuno sa cosa fare. Il costo per lo Stato? La bellezza di 85 milioni. (Continua a leggere dopo la foto)
“Finita la pandemia – ha spiegato il dipendente SDA a Report- questi materiali sono ormai fermi qui”. Come questo magazzino, secondo la trasmissione in onda su RaiTre, ce ne sarebbero almeno altri trenta o più sparsi per l’Italia. E il problema è che al danno dello spreco si aggiunge la beffa dei costi di manutenzione che il nostro Paese continua a pagare. (Continua a leggere dopo la foto)
“Uno spreco da 85 milioni”. La scoperta di Report
Report ha scoperto infatti che “nel 2022, l’affitto per tenere in deposito questi prodotti ci è costato ben 85 milioni di euro. E pensare che per acquistarli erano stati spesi miliardi”. Uno spreco assurdo, insensato, che prosegue ancora oggi nonostante molti protagonisti di quella stagione disgraziata segnata dal Covid non ricoprano più ruoli chiave. (Continua a leggere dopo la foto)
L’ex struttura commissariale, guidata prima da Arcuri e poi da Figliuolo, è oggi confluita nel ministero della Salute, che deve chiudere i conti e disfarsi di un’eredità molto pesante. Il governo ha pubblicato bandi per cercare di vendere il materiale rimasto fermo nei magazzini, ma è difficile immaginare che la situazione possa risolversi in tempi brevi (e senza ulteriori esborsi).