Non se la passano bene i ricconi delle criptovalute, sebbene non vi sia dubbio che siano sempre stati ben coscienti dei rischi che un investimento in moneta virtuale comporta.
La celebre rivista Forbes ha cercato di stilare una classifica degli uomini più facoltosi dell’industria della criptovaluta. Sono già un po’ meno ricchi dato che la ricerca è stata pubblicata proprio mercoledi scorso, dopo il sonoro tonfo delle monete virtuali.
Tanto è vero che dei 10 personaggi identificati da Forbes nelle settimane precedenti al crollo, pochi sono rimasti “milionari” fino al giorno in cui è avvenuta la pubblicazione, dopo che solo Lunedi le criptovalute sono crollate di un buon 20%, prima di stabilizzarsi martedi.
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Il numero uno è Chris Larsen, fondatore della moneta virtuale Ripple, il quale aveva un patrimonio stimato di circa 60 miliardi di dollari, quindi superiore persino a quello di Mark Zuckerberg.
Tuttavia, dopo che il prezzo del Ripple, XRP, è crollato dell’80%, Forbes ha aggiustato la stima a 8 miliardi, ma già mercoledi erano diventati 6.
Un dato che risulta evidente è che i maggiori benefici di questi investimenti sono andati a uno sparuto numero di persone che hanno iniziato molto presto, malgrado le promesse riguardanti il fatto che le criptovalute avrebbero generato un sistema finanziario democratico ed in grado di distribuire ricchezza in modo più omogeneo.
Quasi tutte le persone che figurano nella lista hanno in qualche modo supportato attivamente la crescita delle monete virtuali. Inoltre, pare che molte ineguaglianze tra i detentori di Bitcoin sono particolarmente elevate anche nei paesi più stratificati, cosa che probabilmente ha causato danni a coloro i quali si sono avvicinati alle criptovalute di recente e che ora si stanno leccando le ferite.
I pioneri delle criptovalute come coloro i quali hanno l’onore di essere nella lista di Forbes non hanno risentito più di tanto gli effetti della recente catastrofe. Il prezzo del Bitcoin è infatti più alto di un anno fa di un buon 600%, e quasi del 70.000% rispetto al tempo in cui i gemelli Winklevoss (di cui abbiamo parlato qui) hanno iniziato ad investire.
Identificare gli uomini più ricchi del mondo nel paranoico mondo delle criptivalute non è per niente facile. Lubin, che Forbes classifica come il numero due, è un esempio lampante della difficoltà della ricerca. Lubin ha infatti dichiarato di aver iniziato a vendere i suoi averi in Ethereum, noti come Ether, lo scorso anno, con l’intenzione di finanziarci il suo business, ConsenSys. Forbes era impossibilitata a verificare i suoi averi ed ha quindi deciso di stimare la sua ricchezza tra 1 miliardo e 5 miliardi, prima del recente crollo.
I milionari normali possono essere meglio classificati in quanto le persone più ricche del mondo solitamente hanno patrimoni legati alla borsa, e quindi trasparenti per le aziende quotate. Al contrario, il settore finanziario delle criptovalute, non ti obbliga a svelare la tua identità perché il sistema è stato creato da gente che era specificatamente interessata a proteggere la privacy finanziaria.
Molti veri detentori di monete virtuali preferiscono mantenere il riserbo sui loro asset per ragioni di sicurezza e di privacy, mentre molte persone che sono ritenute avere enormi quantità di Bitcoin a livello di gossip, non sono presenti nella lista stilata da Forbes.
Forse il grande assente è proprio il leggendario Satoshi Nakamoto, il misterioso creatore del Bitcoin, la cui identità non è mai stata confermata. I ricercatori ipotizzano che Satoshi abbia accumulato una fortuna nel primo anno del Bitcoin, quando le persone iniziavano a fare “mining” di nuova moneta. Oggi quei Bitcoin varrebbero circa 7 miliardi.
Un presunto millantatore è quel Brock Pierce, ex baby attore e creatore della community di criptovalute in Porto Rico, che ha affermato di voler donare 1 miliardo della sua fortuna in progetti di beneficienza. Tuttavia Forbes ha omesso di menzionarlo in quanto Pierce non ha mai accettato di fornire prove sulla sua ricchezza. La rivista ha quindi stimato il suo patrimonio tra 700 milioni e 1 miliardo di dollari.
La vera lezione che traiamo da questa lista è il fatto che inventare nuove monete virtuali potrebbe risultare essere meno lucrativo che investire nelle stesse. Ad esempio, Forbes ha rilevato che Vitalik Buterin, inventore dell’Ethereum, è meno ricco di due dei primi investitori, il già citato Joseph Lubin e Anthony Di Iorio.
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