L’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci al Louvre? No, prestito sospeso. L’opera avrebbe dovuto andare in prestito al museo di Parigi entro il 24 ottobre prossimo ed essere inserita in una mostra che la Francia dedica ai 500 anni dalla morte di Leonardo. Il prestito era il frutto di una complessa trattativa tra il ministero dei beni culturali italiano e quello francese in base alla quale Parigi, in cambio del disegno, avrebbe prestato alcuni dipinti di Raffaello.
Il ricorso di Italia Nostra era motivato dal “grave stato di salute” in cui si trova l’opera, che per questo deve essere considerata “inamovibile”. L’Uomo Vitruviano di Leonardo è custodito nelle gallerie dell’Accademia di Venezia. La decisione del Tar del Veneto ha spiazzato tutti.
L’associazione culturale Italia Nostra aveva prodotto anche una perizia a sostegno della richiesta. La trattativa tra Roma e Parigi era stata avviata dal ministro Bonisoli, il via libera è arrivato pochi giorni fa dal suo successore Dario Franceschini anche sulla scorta di un ok da parte del direttore dell’Accademia: il “pacchetto” prevede che l’Uomo Vitruviano resti in esposizione al Louvre per due mesi in cambio del trasferimento temporaneo in Italia di alcune tele di Raffaello.
Lo scambio culturale aveva dato luogo nei mesi scorsi a una polemica “revanscista”: la Lega in particolare si era opposta al prestito del disegno in nome dell’italianità dell’opera leonardesca. L’Uomo Vitruviano è una delle opere di Leonardo, assieme alla Gioconda, più famose del mondo.
Per effetto del provvedimento del Tar viene sospeso anche il prestito all’Italia dei quadri di Raffaello; nel mirino dei giudici amministrativi è finito infatti l’intero accordo tra i due ministeri. Il memorandum, scrivono i giudici “viola il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro”.
Il provvedimento del Tar veneto verrà discusso nel merito il 16 ottobre prossimo. Nel frattempo il ministero dei beni culturali italiano ha espresso il suo stupore per lo stop: “Il prestito di ogni opera italiana risultava già autorizzato al momento della sottoscrizione dell’accordo che prevede, peraltro, che lo scambio di opere avvenga secondo le specifiche prescrizioni di tutela dettate dai singoli musei”.
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