Un altro mistero alla corte del dittatore Kim Jong Un. Una fonte parla di un presunto “nesso” tra il fratellastro del dittatore nordcoreano e l’intelligence statunitense. Kim Jong Nam, il fratellastro di Kim Jong Un, sarebbe stato un informatore della Cia e in più occasioni si sarebbe incontrato con gli agenti segreti statunitensi. A dichiararlo è il Wall Street Journal, che cita una persona a conoscenza dei fatti.
La fonte afferma che esisteva “un nesso” tra il fratellastro del dittatore nordcoreano e l’agenzia di spionaggio degli Stati Uniti. Ma, precisa il WSJ, diversi dettagli di questo presunto nesso con la Cia restano al momento oscuri.
A esprimere perplessità in proposito sono anche diversi ex dirigenti dell’agenzia, secondo i quali il fratello del leader della Corea del Nord difficilmente avrebbe potuto fornire informazioni utili, dal momento che aveva vissuto fuori dal proprio Paese natale per diversi anni e non aveva alcun potere a Pyongyang.
Ma, osservano le stesse fonti, Kim Jong Nam aveva residenza presso l’enclave cinese di Macao. Appare dunque probabile che fosse a contatto con l’intelligence di altri Paesi, a partire proprio dalla Cina. Kim Jong Nam, figlio primogenito di Kim Jong Il, è stato ucciso in Malesia nel 2017.
Due donne lo hanno avvicinato all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur e lo hanno avvelenato con uno spray chimico. L’uomo è stato immediatamente soccorso e trasferito in ospedale, dove è deceduto. In quanto figlio maggiore, era considerato il potenziale erede di Kim Jong Il, ma è caduto in disgrazia dopo aver tentato di entrare in Giappone utilizzando un passaporto falso.
A partire da qual momento, ha lasciato la Corea per vivere a Macao. La leadership di Pyongyang è passata nelle mani del fratellastro alla morte del padre, avvenuta nel dicembre 2011. Kim Jong Nam era noto per il suo spirito riformatore e per la sua contrarietà al potere dinastico.
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