Due settimane fa da Viviana Beccalossi, consigliera che in Regione Lombardia sostiene la maggioranza di centrodestra, in una chat sbagliata aveva scritto: “Mia suocera (89 anni) è un mese che vorrebbe fare il vaccino antinfluenzale senza riuscirci. Sto pensando di darle il cellulare di Gallera e, conoscendola bene, lo chiamerebbe tutti i giorni fino a quando non la accontenterebbe. Magari sarebbe la volta buona che si dimette!”. L’ira ormai è diffusa in modo bipartisan in Lombardia e le storie di chi aspetta ancora il vaccino non si contano più. Alcune le ha raccolte oggi, 19 novembre, Luigi Franco su Il Fatto Quotidiano: “Ho 68 anni, sono stata operata già due volte per carcinoma mammario. Tutti i miei controlli semestrali erano già fissati per metà novembre e io volevo essere vaccinata prima di recarmi in ospedale. Mi sembrava corretto cercare di proteggermi un po’, ma sono sconcertata perché non ho ancora ricevuto l’antinfluenzale”.
Montano la frustrazione, la rabbia e ormai soprattutto la paura di non riuscire a fare il vaccino in tempi ragionevoli, prima che l’influenza arrivi e aggiunga i suoi effetti a quelli della pandemia di Covid. Oltre 60 email sono state ricevute dal Pd di Milano negli ultimi tre giorni. Non solo da iscritti al Pd, come si diceva. La paura non conosce colore politico. La stessa Ats ha ammesso che “tutta la filiera distributiva del vaccino presenta disponibilità ridottissime” e non è dato sapere “quando vi potranno essere ulteriori rifornimenti”. Sul banco degli imputati, ancora una volta, ci finisce l’assessore Gallera.
“Sono uno dei tanti cittadini anziani che sta aspettando il vaccino anti-influenzale ma il medico di famiglia mi dice che non è ancora disponibile, eppure ho 92 anni, dovrei vaccinarmi come del resto faccio ogni anno”, racconta il fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano Garattini. “Le somministrazioni avrebbero già dovuto essere a disposizione delle categorie a rischio, malati, anziani e in generale gli over 60, oltre alle persone con altre patologie, da diverse settimane”. In coda per un vaccino gratuito ci sono migliaia di cittadini lombardi delle categorie a rischio, vittime dei pasticci di Regione Lombardia.
Dopo una sequela di errori nei bandi di gara, infatti, la Regione del tandem Fontana-Gallera non è riuscita ad accaparrarsi un numero di dosi sufficienti e in tempi utili. “Ho 76 anni e alcune patologie, mio marito ha 71 anni e un polmone ridotto da un intervento chirurgico”, si legge in un’altra email. “Abbiamo telefonato già due volte al nostro medico di base per prenotare il vaccino. Per due volte ci ha ‘rinviato’ alla settimana successiva, dicendo che non ha ancora vaccini disponibili”. E ora tutti vogliono che qualcuno paghi per questo errore che potrebbe costare carissimo. Gallera in primis.
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