Con l’aumento all’80% della soglia di capienza massima consentita sui mezzi pubblici, la preoccupazione della diffusione dei contagi da coronavirus sale. Tra le cause del sovraffollamento di bus, tram e metropolitane c’è la riapertura delle suole che ha riportato il carico di studenti delle scuole superiori da casa alle classi. Per alleggerire la situazione dei trasporti pubblici, Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha pensato ad una soluzione davvero alternativa: impiegare bus turistici e mezzi militari per accompagnare tutti i ragazzi che si recano a scuola, non accompagnati. “Non esistono percentuali giuste di capienza – ha detto Vaia in un’intervista al Corriere della sera -, ma in attesa di una soluzione strutturale, si dovrebbe pensare, specie in funzione degli ingressi degli studenti nelle scuole, a un’integrazione con privati, come ad esempio con i bus turistici, vista anche la crisi che attraversa il settore, e i mezzi militari”. Non sono solo i trasporti però l’unica criticità che preoccupa Vaia: “Il numero dei contagiati aumenta. Gli ospedali rischiano di essere inappropriatamente intasati e di non riuscire quindi a fornire altra assistenza. E i drive-in vengono presi d’assalto. Per questo mi rivolgo ai cittadini: non è tempo del panico e della psicosi. È il tempo della responsabilità”.
Il dirigente dello Spallanzani fa il punto sulle lunghissime file per i tamponi gratuiti nel Lazio. Spiega che anche i medici devono essere bravi a capire chi ne ha bisogno e chi no, e quando esso viene effettuato: “Va individuato quando c’è stato il contatto a rischio e vanno aspettati 4-5 giorni altrimenti si rischia di risultare falsi negativi perché si è in fase presintomatica“. Discorso analogo anche per i più piccoli: “Il bambino va visitato dal pediatra e sarà lui a decidere se il paziente necessita del test oppure no. Non può essere la scuola, dove per altro il contagio non nasce ma viene portato”. E sul vaccino in sperimentazione presso l’Istituto, specifica che “I primi dati saranno disponibili tra la fine di ottobre e i primi di novembre”. Ma sottolinea anche che “oggi abbiamo a disposizioni terapie efficaci” contro la malattia.
Medici e pediatri svolta per l’inverno
Secondo Vaia questo inverno il supporto di medici di base e pediatri sarà fondamentale nella lotta sia contro il coronavirus, sia contro l’influenza stagionale: “Abbiamo bisogno di porre una grandissima attenzione alla medicina del territorio. Bisogna rimettere al centro la domiciliarità. E in questo, medici e pediatri di famiglia possono davvero essere la svolta”. In tal senso ci sono già progetti avviati, come “10 per 10” nel quartiere Monteverde organizzato dalla Asl Roma 3: “Ogni medico si farà carico di dieci assistiti Covid e con uno specifico device andrà a casa dei pazienti per misurare parametri vitali, fare un’ecografia polmonare e somministrare le terapie sperimentali dello Spallanzani”.
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