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Ragazza morta di meningite, lo sfogo della madre: “Mia figlia soffriva ma i medici ci hanno cacciati”

Valeria Fioravanti era la ragazza di 27 anni, morta lo scorso 10 gennaio a Roma per un caso di malasanità. Valeria si era presentata in condizioni critiche in ben due ospedali, il 29 dicembre al policlinico Casilino e il 4 gennaio al San Giovanni Addolorata, da dove era stata visitata e poi dimessa con una diagnosi banale. Ma in realtà la malattia che la stava uccidendo era la meningite. Ora la mamma grida tutta la sua rabbia e il suo dolore intervistata da Repubblica.
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Valeria Fioravanti meningite mamma

Valeria Fioravanti morta di meningite: il dolore della mamma

“‘Nonna dov’è la mia mamma?’, mi chiede mia nipote di due anni. – racconta la mamma di Valeria Fioravanti morta per una meningite non diagnosticata – Ma io cosa posso dirle? Valeria non c’è più. Lei soffre perché non la vede e non sa bene cosa sia successo. Io invece lo so e per me il dolore è devastante. Ogni volta che mi fa quella domanda faccio fatica a non scoppiare in lacrime”.

“Fu tutto folle, i dottori che la visitavano dicevano che stava esagerando. – prosegue la mamma di Valeria Fioravanti – Ma lei stava male e iniziò a stare male il giorno dopo la rimozione di un foruncolo al Campus Biomedico lo scorso 25 dicembre. Il 29 dicembre la portiamo al Casilino, aveva la febbre, le vertigini, le dava fastidio la luce. ‘Mi sento un treno dentro la testa’, ripeteva. Quando si è presentata di fronte ai medici praticamente non camminava più, aveva un dolore forte alla schiena. Noi non siamo potuti rimanere perché c’erano le restrizioni legate al Covid”.

“Il giorno dopo stava nuovamente male. E qui succede qualcosa di allucinante. È il 30 dicembre, noi ritorniamo e un’infermiera del pronto soccorso ci caccia via. Sì e arriviamo al 4 gennaio, la portiamo in un altro pronto soccorso. Valeria praticamente non vede più, è in sedia a rotelle, aveva delle analisi del sangue con valori sballati che indicavano un’infezione in corso. La riportiamo il 6 gennaio in ospedale. Era gonfia, biascicava le parole. Ma ormai era tardi”, conclude la mamma della ragazza morta per una meningite non diagnosticata.
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