La fronda conservatrice è pronta all’assalto frontale contro papa Francesco. Lo rivela il vaticanista di Repubblica, Andrea Gualtieri, facendo subito il nome di George Pell.
Il potente cardinale australiano, morto ieri, ha lasciato in eredità non solo un’accolita di pericolosi seguaci, ma anche la rivelazione sul misterioso documento che vuole demolire il papato dell’argentino.
Sebbene il documento si conoscesse, solo alla morte di Pell si è scoperto che proprio lui ne era l’autore.
Cosa contiene il documento? Una condanna totale del papato di Francesco I.
Per George Pell, Bergolio è “Un disastro sotto molti aspetti, una catastrofe”. Pell lo bocciava sul piano dottrinale: “La centralità di Cristo nell’insegnamento si indebolisce; Cristo viene rimosso dal centro. A volte Roma sembra addirittura confusa sull’importanza di un rigoroso monoteismo, alludendo a un certo concetto più ampio di divinità; non proprio panteismo, ma come una variante del panteismo indù”.
E lo annichiliva sul piano geopolitico: “L’influenza politica di papa Francesco e del Vaticano è trascurabile. Intellettualmente, gli scritti papali mostrano un declino rispetto ai livelli di san Giovanni Paolo II e di papa Benedetto. Le decisioni e le linee politiche sono spesso ‘politicamente corrette’, ma ci sono stati gravi fallimenti nel sostenere i diritti umani in Venezuela, Hong Kong, Cina continentale e ora nell’invasione russa”, tanto che “il prestigio politico del Vaticano è ora a un livello basso”. Sconfessato nella gestione degli organismi di consultazione, dato che “il collegio dei cardinali è stato indebolito da nomine eccentriche e non è stato più riconvocato dopo il rifiuto delle posizioni del cardinale Kasper nel concistoro del 2014” e invece “se i raduni sinodali continuano in tutto il mondo, consumeranno molto tempo e denaro, probabilmente distogliendo energie dall’evangelizzazione e dal servizio piuttosto che approfondendo queste attività essenziali”.
Il documento era stato riportato a marzo da Sandro Magister, come memorandum circolato tra i cardinali e firmato con lo pseudonimo “Demos”, cioè popolo. Ora Magister ha svelato che dietro quel nome si nascondeva proprio il cardinale Pell.
Inutile dire che il documento non è morto con lui. Anzi, scrive Gualtieri: “rischia d di diventare un manifesto programmatico per l’ala che si contrappone a Francesco e che guarda già al prossimo conclave. Nel quale, secondo gli auspici del cardinale australiano, sarebbe opportuno scegliere un pontefice diametralmente opposto a Bergoglio”.
Così pontificava Pell: “I primi compiti del nuovo papa saranno il ripristino della normalità, il ripristino della chiarezza dottrinale nella fede e nella morale, il ripristino del giusto rispetto del diritto e la garanzia che il primo criterio per la nomina dei vescovi sia l’accettazione della tradizione apostolica”.
E ancora: “Il papa non ha bisogno di essere il miglior evangelizzatore del mondo, né una forza politica. Il successore di Pietro, in quanto capo del collegio dei vescovi, che sono anche i successori degli apostoli, ha un ruolo fondamentale per l’unità e la dottrina. Il nuovo papa deve capire che il segreto della vitalità cristiana e cattolica viene dalla fedeltà agli insegnamenti di Cristo e alle pratiche cattoliche”.