Le tensioni già esistenti tra la chiesa tedesca e la Santa Sede sono sfociate nelle dimissioni del cardinale di Monaco Reinhard Marx, che ha annunciato di voler fare un passo indietro attraverso un comunicato nel quale sostiene: “La Chiesa cattolica è arrivata a un punto morto”. Una decisione arrivata a pochi giorni dalla revisione del diritto canonico, una riforma che ha tra le tante cose ha cambiato la prospettiva sulle pene per abusi sui minori, trasformati da delitti contro obbligazioni particolari dei chierici a delitti contro la vita, la dignità e la libertà.
Il Papa aveva inviato nei giorni scorsi due vescovi stranieri per indagare sull’arcidiocesi più grande della Germania, quella di Colonia, dove si sarebbero verificati alcuni casi di abusi sessuali. Nel comunicato in cui annuncia le dimissioni, Marx ha detto di confidare che il suo passo indietro possa agevolare la nascita di un percorso per la Chiesa tedesca. Il cardinale sente su di sé “la responsabilità della catastrofe delle molestie degli ultimi decenni”.
“Indubbiamente la Chiesa in Germania sta attraversando dei momenti di crisi – si legge nella lettera indirizzata al Santo Padre – Certamente vi sono molti motivi, anche oltre la Germania in tutto il mondo, che qui non ritengo dover elencare dettagliatamente. Tuttavia, la crisi viene causata anche dal nostro personale fallimento, per colpa nostra. Questo mi appare sempre più nitidamente rivolgendo lo sguardo sulla Chiesa cattolica in generale e ciò non soltanto oggi, ma anche in riferimento ai decenni passati. Mi pare di essere giunti ad un punto morto che, però, potrebbe diventare anche un punto di svolta secondo la mia speranza pasquale”.
“Sin dallo scorso anno sto riflettendo sul suo significato per me personalmente e sono giunto alla conclusione di pregarLa di accettare la mia rinuncia all’ufficio di arcivescovo di Monaco e Frisinga. Sostanzialmente per me si tratta di assumersi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni. Le indagini e le perizie degli ultimi dieci anni mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e sistematico. Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la co-colpa dell’Istituzione.
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