Undici ore al giorno. La schiena curva sui campi. Tre euro all’ora. È questa l’ennesima storia di sfruttamento dei migranti che arriva dal Veneto, dove due giorni fa i carabinieri della Tutela del lavoro di Venezia – con il supporto dell’Arma territoriale di Venezia, Padova e Rovigo, a conclusione dell’indagine “Miraggio” – hanno eseguito quattro misure cautelari consistenti nell’obbligo di dimora nei confronti di altrettanti cittadini marocchini responsabili di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera. Lo racconta Fanpage: “Le indagini hanno consentito di accertare come i ‘caporali’ impiegassero 13 loro connazionali, alcuni irregolari, nella raccolta dell’uva e potatura dei vigneti privi di ogni dispositivo di protezione”.
L’inchiesta ha permesso di scoprire un’organizzazione che operava in Veneto attraverso un’impresa agricola che reclutava la manodopera per lavorare in aziende della zona. “Il business della società si concentrava nello sfruttamento di operai extracomunitari sprovvisti di permesso di soggiorno. A finire sotto la lente d’ingrandimento dei militari sono stati cinque uomini marocchini: uno era il titolare dell’azienda, un altro aveva il compito di pagare i lavoratori, mentre gli altri svolgevano le funzioni proprie del ‘caporale’, cioè reclutando, trasportando e sorvegliando la manodopera nei campi”.
Fondamentali per smascherare l’organizzazione sono state le testimonianze di numerosi lavoratori, oltre a servizi specifici di controllo e pedinamento. Scrive Fanpage: “Le indagini hanno portato alla luce un’associazione per delinquere che approfittava dei bisogni e della vulnerabilità dei lavoratori, che venivano reclutati con l’inganno di un contratto regolare di lavoro dipendente”.
“In realtà, la manodopera era ridotta ad uno stato di soggezione lavorativa continuata, senza riposo settimanale e ferie. Dei contratti non c’è mai stata traccia e i lavoratori erano costretti ad operare senza le minime precauzioni di sicurezza, salute ed igiene, sotto la minaccia di perdere il lavoro”. Il dramma del caporalato e dello sfruttamento in Italia è vivo più che mai. Non solo in Veneto, ma anche e soprattutto al sud. E con la primavera alle porte, e la nuova stagione di raccolta che sta per arrivare, il fenomeno subirà, come sempre, un tragico incremento.
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