Un uomo di 70 anni è morto in Veneto dopo essere stato contagiato da quello che alcuni hanno già ribattezzato un “fungo killer”. Il 70enne avrebbe contratto una infezione da Candida Auris mentre si trovava in Kenya per un viaggio di lavoro. I medici hanno provato a salvarlo in tutti i modi, ma non c’è stato niente da fare. E ora crescono i timori legati al fatto che l’infezione da cui è stato colpito possa contagiare anche altre persone.
L’uomo che è deceduto era ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale dell’Angelo di Mestre. L’infezione che presentava, quella da Candida Auris, non è infatti curabile con i normali antibiotici a disposizione. La morte è avvenuta tre giorni fa, ma la notizia è divenuta di dominio pubblico solo oggi. Il paziente aveva anche altre patologie, ma l’infezione da cui è stato colpito risulta resistente a quasi tutti gli antifungini, oltre ad essere altamente contagiosa.
Secondo il racconto dei sanitari, mentre si trovava nel Paese africano l’uomo avrebbe sofferto di calcoli renali, decidendo di recarsi in una clinica privata per ricevere le cure adeguate. Ma le sue condizioni di salute hanno continuato a peggiorare, costringendolo ad un precipitoso rientro in Italia per ricoverarsi a Mestre all’inizio del mese di luglio.
Qui le analisi hanno fatto emergere la presenza nel suo corpo della Candida Auris. Il fungo killer dovrebbe averlo infettato proprio nella clinica kenyana, sostengono i medici italiani. Quello appena rilevato sarebbe il primo caso di questo funto registrato sul territorio della Regione Veneto. Logico dunque che nell’ospedale di Mestre siano scattate tutte le procedure di sicurezza volte ad impedire la diffusione dell’infezione. E, almeno per il momento, pare che lo sfortunato protagonista di questa vicenda sia l’unica persona colpita. Purtroppo, come appena accennato, questo fungo risulta molto contagioso ed ha anche la capacità di resistere ai disinfettanti utilizzati per pulire le superfici. Tra i fragili, come era il caso dell’uomo deceduto, può arrivare ad avere un tasso di mortalità del 70%, specialmente se si soffre si calcoli renali e diabete.