Dopo l’arresto di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade, torna sul tavolo l’ipotesi di revoca ai Benetton. Il governo vorrebbe sfruttare questo pretesto per mettere con le spalle al muro Atlantia, fortemente indebolita dall’inchiesta per frode e attentato alla sicurezza dei trasporti. L’ipotesi, dunque, è tornare alla revoca in caso di mancato accordo con Cdp. Ma è proprio sull’accordo con Cdp che devono restare accesi i fari. Cdp andrebbe a rilevare l’88% di Aspi. Ma Cdp non è sola, anzi. E il problema è proprio qui. Perché non è vero che questa operazione comporterebbe automaticamente una sorta d irinazionalizzazione di Autostrade. Già, perché Cdp è solo capofila, e la cordata è composta da 2 fondi internazionali, Macquarie e Blackstone.
L’accordo prevedrebbe infatti Cassa Depositi e Prestiti al 40%, e i fondi esteri insieme al 60% con una quota paritetica del 30%. Cosa vuol dire? Che la maggioranza sarebbe la loro. Un assetto che rischia di paralizzare la gestione futura della maggiore concessionaria autostradale se i soci componenti della cordata non dovessero avere rapporti idilliaci. Ma l’operazione è comunque “comoda” soprattutto per i 5Stelle, i quali a gran voce potranno dire di aver cacciato i Benetton, anche se poi si dovesse passare dalla padella alla brace.
Anche perché il fondo australiano che farebbe parte della cordata di Cdp e che si prenderebbe il 30% della quota, si è peraltro recentemente fatto notare in Inghilterra per delle scelte che hanno fatto imbufalire i britannici, perché mirano più alla remunerazione che al servizio per gli utenti. Saremmo dunque da capo a dodici. E l’operazione va avanti. Ricorda infatti l’Adnkronos che “su proposta dell’amministratore delegato, Fabrizio Palermo, il consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, presieduto da Giovanni Gorno Tempini, ha dato il via libera a CDP Equity a procedere alla presentazione – insieme a Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets – di un’offerta per l’acquisizione dell’88,06% di Autostrade per l’Italia detenuto da Atlantia”.
La nota sibillina di Cdp dice: “La struttura di investimento definita da Cdp, Blackstone e Macquarie consente inoltre l’ingresso di altri investitori istituzionali, in particolare italiani. L’intervento è coerente con la mission di Cdp di sostenere le infrastrutture strategiche del Paese. Cdp conferma il suo ruolo di principale investitore infrastrutturale del Paese e di partner affidabile in progetti di lungo periodo in grado di attrarre anche primari investitori internazionali. L’operazione proposta segue consuete regole di mercato, coerentemente con i criteri di investimento di Cassa Depositi e Prestiti”. Però c’è da leggerla anche nella prospettiva suddetta.
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