Il governo Lega-Movimento Stelle, almeno stando ai sondaggi, continua dritto nella sua corsa, anche se ad attenderlo ora, dopo i tanti proclami, ci sono una serie di misure che lo metteranno duramente alla prova, su tutte la manovra finanziaria in cui si capiranno le reali entità dei temi più cari ai loro elettori: flat tax e reddito di cittadinanza. Se le cose non dovessero andare come Di Maio e Salvini sperano (molto dipenderà proprio dal ministro dell’Economia Tria, preso di mira da entrambe le parti in questi giorni), si aprirà una vera e propria crisi interna alla maggioranza. Le battaglie tra i due partiti al governo, tra smentite e dichiarazioni per gettare acqua sul fuoco, hanno fatto capire che la tenuta del governo non è così salda come Di Maio e Salvini vogliono far credere. Il ministro dell’Interno appare intenzionato a staccare la spina e cogliere la palla al balzo, forte dei sondaggi che ora vedono la Lega oltre la soglia del 30%.
Proprio per questo, intanto, c’è chi si prepara a cavalcare l’onda di una spaccatura interna al governo per progettare il futuro. Appare sempre più evidente che si possa arrivare alla creazioni di un soggetto politico diametralmente opposto alla deriva di una destra populista di stampo salviniano. In Europa c’è preoccupazione, e anche in patria da più parti arrivano segnali che portano a far credere che un “partito della nazione” sia sempre più possibile.
Le battaglie interne a Forza Italia, raccontate in questi giorni, dicono che molti colonnelli non tollerano più la soggezione e la rincorsa continua alla Lega di Matteo Salvini. I più moderati vorrebbero scaricare definitivamente il leader del Carroccio per tornare a creare prima di tutto un centrodestra unito senza la guida estremista di Salvini, e poi un soggetto in grado di allearsi con altre forze moderate e europeiste. Sul fronte opposto, quindi, anche da sinistra arrivano segnali di questo tipo: è evidente che solo un’alleanza con le forze moderate di centro e di centrodestra, possa frenare l’avanzata populista in Italia.
Berlusconi, però, non sembra essere ancora pienamente convinto sul da farsi. Da una parte sa che l’anello debole del centrodestra in questo momento è proprio Forza Italia, e dall’altra sa anche che fare una nuova alleanza con Salvini (consegnandogli definitivamente la leadership e spostando l’asse molto più a destra e in ottica antieuopea) vorrebbe dire perdere molti dei suoi storici pezzi da novanta: Tajani, Schifani, Carfagna e Gasparri, ad esempio, hanno più volte evidenziato la loro intenzione di non voler diventare la ruota di scorta di Salvini.
E mentre Forza Italia appare spaccarsi sul nodo di una nuova alleanza con la Lega, a sinistra è iniziato un vero e proprio conto alla rovescia per il definitivo superamento del PD e di Matteo Renzi. Se ne è accorto anche Eugenio Scalfari, che dalle pagine di Repubblica lancia in un lungo editoriale la proposta di creazione di un “movimento liberaldemocratico che non abbia mai militato nel PD”. Scalfari lo vede così prossimo che propone addirittura un nome: “Movimento azzurro per l’Italia e per l’Europa“, strizzando così l’occhio (con il richiamo all’azzurro) anche ai fuoriusciti dal centrodestra antisalviniano. Chi farebbe parte di questo movimento? Chi sarebbe il leader? Per quello che diventerebbe il vero partito della nazione, in molti vedono in Carlo Calenda la guida giusta e sicura, ma lui stesso deve essere il primo ad avere il coraggio di uscire subito dal PD. Dentro confluirebbero i delusi del PD stesso (antirenziani in testa), l’UDC, Più Europa e gli antisalviniani di centrodestra.
Calenda intanto ha fatto la prima mossa, invitando a cena Minniti, Renzi e Gentiloni. “Vediamoci. Per essere operativi e per limiti miei di movimento (ricordiamo che è impegnato per assistere la moglie colpita da leucemia, ndr): martedì da me a cena. Invito pubblico per renderlo più incisivo ma risposta privata va benissimo”. Un movimento di questo tipo raccoglierebbe molto consenso e darebbe al paese una visione di ampio respiro democratico e europeista, insomma gli ingredienti ormai necessari per rilanciare l’Italia e per frenare l’avanzata di ogni estremismo e di ogni populismo. Si attendono ora gli esiti delle primarie del PD (con Zingaretti dato in vantaggio nella conquista della segreteria), l’esito della cena di Calenda, e le decisioni che seguiranno all’incontro tra Salvini e Berlusconi.