A giudicare dalle bellicose dichiarazioni rilasciate dai suoi leader negli ultimi giorni, pare proprio che la coalizione di centrodestra stia già marciando compatta verso la scontata vittoria delle elezioni politiche anticipate, fissate al 25 settembre. Ma, se si vanno ad analizzare i fatti con maggiore precisione, si scopre invece che al momento Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono divisi quasi su tutto. Decisivo per ricomporre i dissidi sarà il vertice di mercoledì prossimo che, come richiesto dalla Meloni, si terrà in un luogo istituzionale come Montecitorio e non nella abitazione privata del Cavaliere.
Ma su cosa stanno litigando i leader di centrodestra? I temi più scottanti sul tavolo della trattativa sono certamente due: il modo in cui assegnare la premiership della coalizione e la distribuzione dei collegi uninominali. Certo, la scelta della Camera per l’incontro sembra già un passo avanti nella direzione di trovare un accordo con la leader di Fratelli d’Italia che al momento, alla luce di tutti i sondaggi, sembra la favorita per ottenere più voti degli alleati e volare così verso la conquista di Palazzo Chigi.
Logico però che Berlusconi e Salvini non la pensino allo steso modo. Se il capitano leghista appare più ‘aperturista’ rispetto all’ipotesi di premiership per la Meloni, dalle parti di Forza Italia non sembra andare giù la logica di mandare a Palazzo Chigi chi avrà ottenuto anche un solo voto in più degli altri nelle urne. Per questo nelle ultime ore era montata persino l’ipotesi di un Antonio Tajani premier in caso di vittoria del centrodestra. Il coordinatore azzurro è infatti figura gradita al Partito popolare europeo di cui FI fa parte.
Problemi ancora maggiori alla coalizione di centrodestra potrebbe però portarli la questione della suddivisione dei collegi, tenendo conto anche del fatto che i posti in Parlamento da quest’anno saranno solo 600. Giorgia Meloni pretende che vengano assegnati posti nei collegi in base agli ultimi sondaggi che vedono il suo partito primo nelle preferenze degli italiani. Ma, anche in questo caso, Salvini e Berlusconi sono pronti a metterle i bastoni tra le ruote.
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