Avanti tutta contro il papa e contro il presidente Biden. I vescovi americani, a maggioranza conservatrice, hanno deciso di tirare diritto nonostante il Vaticano li avesse invitati a fermarsi: con 168 sì e solo 55 no più 6 astenuti, hanno scelto di mettere ai voti, probabilmente a novembre, una “dichiarazione sull’Eucaristia” che sarà preparata nel frattempo. Un divieto mirato ai cattolici favorevoli alle leggi sull’aborto, e anzitutto al presidente Joe Biden (ma anche alla speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi). Come spiega Il Corriere, “il clima nella Chiesa Usa non è dei migliori. E non sono serviti a nulla gli appelli dei vescovi più vicini al Papa, come il cardinale di Newark Joe Tobin: «Qualsiasi sforzo a sostegno dell’esclusione categorica dei leader politici cattolici dall’Eucaristia, spingerà i vescovi della nostra nazione nel cuore della lotta partigiana tossica che ha distorto la nostra stessa cultura politica»”. (Continua a leggere dopo la foto)
Si legge sempre sul Corriere: “Il vescovo Kevin Rhoades, presidente del «comitato dottrinale» della conferenza episcopale che preparerà il testo, ha detto che tutti i vescovi potranno dare il loro contributo, saranno possibili emendamenti, e assicurato che il documento «didattico» non farà nomi e offrirà «linee guida» piuttosto che imporre obblighi ai vescovi. Una precisazione superflua, per la verità: nella Chiesa, nessuna conferenza episcopale può imporre nulla a un vescovo che governa la sua diocesi in quanto successore degli apostoli e risponde solo al Papa, che ha il «primato» in quanto vescovo di Roma e quindi successore di Pietro”. (Continua a leggere dopo la foto)
Difatti il cardinale di Washington Wilton Gregory, altro pastore nominato e vicino a Francesco, durante l’assemblea ha chiarito ancora una volta che Biden potrà ricevere la comunione nelle chiese della sua arcidiocesi. “Gli effetti della votazione, e ancora di più del voto autunnale sull’Eucaristia, riguardano piuttosto la spaccatura crescente nella Chiesa americana e i rapporti sempre più difficili con il Papa. Francesco non vuole che la comunione diventi uno strumento politico”. E il prefetto dell’ex Sant’Uffizio aveva raccomandato di «dialogare tra vescovi al fine di preservare l’unità della conferenza episcopale di fronte ai disaccordi su temi controversi»”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma la politica pesa. “Il 20 gennaio, nel giorno del giuramento di Biden, il presidente dei vescovi americani aveva diffuso un comunicato in cui diceva che le politiche nelle quali si è «compromesso» il nuovo presidente «promuoveranno il male morale e minacceranno la vita e la dignità umana, in maniera più grave in materia di aborto, contraccezione, matrimonio e genere». Parole così irrituali che il cardinale di Chicago Blaise Cupich, vicino a Papa Francesco, aveva contestato la «dichiarazione sconsiderata della conferenza episcopale degli Stati Uniti». Lo stesso Gómez, del resto, si era già era distinto due settimane prima con una nota che deplorava l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio senza però fare mai il nome di Trump né tantomeno accennare alle sue responsabilità”.
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