Massimiliano Latorre, uno dei due marò coinvolti nella vicenda della morte di due pescatori indiani al largo del Kerala nel 2012, chiede un risarcimento milionario allo Stato italiano.
La motivazione di Latorre è quella di essere stato costretto a tornare in India, insieme al collega Salvatore Girone, dove ha rischiato la pena di morte invece di restare in Italia, dove aveva la possibilità legale di fare carriera e, aggiunge, mettere su famiglia.
Entrambi i membri della marina sono rimasti in un carcere del Kerala per 106 giorni. Soltanto nel 2020, i due marò hanno ottenuto lo spostamento del processo che li riguardava in Italia, mentre l’anno successivo il gip di Roma ha archiviato le accuse nei loro confronti.
Il difensore di Latorre, che intanto è rimasto in Marina, sono gli avvocati Fabio Anselmo, già noto per essere il legale della famiglia di Stefano Cucchi, e Silvia Galeone.
Secondo il Fatto Quotidiano, è possibile che anche Girone faccia causa per ottenere un risarcimento. “Abbiamo scritto una lettera alla Marina chiedendo di riparare al sacrificio patito da Girone, con toni amichevoli, ma è arrivata una risposta negativa di una sola riga”, come ha annunciato il suo avvocato Enrico Loasses.
Fabio Anselmo ha voluto precisare che in realtà la causa civile ai danni dello Stato è stata promossa nei confronti del governo Draghi e che al momento la richiesta di risarcimento danni si trova ancora nella fase che precede la causa vera e propria.
Si cerca una mediazione, insomma, perché il pensiero dell’avvocato è “che si confidi anche sul fatto che l’attuale governo, i cui esponenti politici sono sempre sembrati particolarmente sensibili nei confronti dei due militari, si faccia carico di ciò che deve essere loro riconosciuto. È chiaro che quello che hanno sofferto i due militari merita considerazione da parte dello Stato. La gestione della vicenda da parte del governo italiano non è stata soddisfacente e in linea con il rispetto delle loro situazioni personali, umane e familiari”.
I legali dei due marò non hanno voluto rivelare le cifre richieste allo stato, che però sono molto milionarie.