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Vietato scrivere contro Salvini, Panorama licenzia Giampaolo Pansa

Chi l’avrebbe mai detto? Beh, in realtà in tanti: che tira aria di dittatura salviniana è abbastanza palese. L’ultima “vittima” è nientepopodimeno che Giampaolo Pansa. Maurizio Belpietro, il proprietario del quotidiano “La Verità” e del settimanale “Panorama”, il primo dei tifosi del Capitano, ha “cacciato” Pansa da Panorama, chiudendo la sua rubrica “Bestiario”. Nessuno avrebbe mai immaginato la morte violenta del Bestiario. Ucciso dall’ultimo proprietario del settimanale: Maurizio Belpietro.

Giovedì 11 luglio 2019, poco dopo le nove del mattino, Belpietro chiama Pansa e gli dice: “Giampaolo, tu scrivi troppo su Salvini. Ormai il tuo Bestiario è sempre dedicato a lui. Ogni volta lo critichi, lo accusi. Il ministro dell’Interno è diventato la tua ossessione. Non hai idea di quante lettere di protesta ricevo dai lettori di ‘Panorama’! Così non va bene, devi cambiare argomento e personaggio!”.

Pansa replica: “Anche quello che tu stai facendo non va bene. Esiste un cardine della nostra professione, una regola che tutti accettiamo. La regola sostiene che l’editore non deve mai intervenire su quello che scrive un suo giornalista. Se non se la sente di condividerlo o di accettarlo, ha una sola strada: licenziarlo o impedirgli di scriverlo!”. E lui risponde: “Giampaolo, non ho nessuna intenzione di licenziarti o di impedirti di scrivere per ‘Panorama’. Ma ti prego di non assalire di continuo il ministro dell’Interno che è anche il capo della Lega, il partito numero uno in Italia!”.

Pansa confessa poi: “In tanti anni di professione non mi era mai accaduto che un direttore-editore mi presentasse un ordine così tassativo. La mia prima reazione è di mandare al diavolo Belpietro e il suo Panorama. Non mi piace per niente la mossa contro di me. Ero infuriato. Soltanto mia moglie Adele, donna saggia, mi ha evitato di scrivere subito una lettera di dimissioni”.

A proposito delle lettere di protesta contro il Bestiario che Belpietro sosteneva di aver ricevuto, io non le ho mai viste. E lui non me le ha mai consegnate come avrebbe dovuto. E tanto meno si è offerto di farmele leggere. Esistono davvero? Mi viene in mente un vecchio adagio: a pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia quasi mai. Ritornando al giovedì 11 luglio, lì per lì non mi resi conto che la telefonata di Belpietro altro non era che un avviso di sfratto”.

“Nel mio caso c’è di mezzo un leader politico importante e sempre più autoritario, il Salvini della Lega. Un big che può fare la voce grossa con il direttore-proprietario di Panorama. La mattina di martedì 16 luglio ricevetti una seconda telefonata di Belpietro. Mi sembrava imbarazzato e quasi incapace di comunicami che dovevo smettere di mandargli il Bestiario”.

“Non pronunciò neppure il nome della rubrica. Borbottò soltanto: ‘Che ne dici, Giampaolo, se lasciamo perdere questa storia e ci salutiamo?’. Compresi che mi stava licenziando. Ma rimasi tranquillo, anche perché tra noi due non esistevano problemi da risolvere. Non dovevo incassare nessuna liquidazione e dunque non esisteva nessun contenzioso da affrontare”.

“Rimaneva però una domanda: chi è stato a licenziarmi da Panorama? Maurizio Belpietro o Matteo Salvini? Ecco un enigma non difficile da risolvere”. Grazie a Pansa per questa sua testimonianza: ci aiuta a tenere alta la guardia, a fare bene il nostro mestiere per evitare che la deriva salviniana arrivi al drammatico punto di non ritorno.

 

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