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Vincenzo Di Nicola e la rivoluzione dei bitcoin

Rivoluzione Bitcoin

Vincenzo di Nicola ha 36 anni ed è un imprenditore: innova, scommette sui giovani, sfrutta al massimo le nuove tecnologie. Per sapere della sua esperienza negli USA, della sua exit milionaria con Amazon e altre curiosità sulla sua vita finora potete leggere gli ottimi articoli di Startupbusiness e StartupItalia; qui invece vogliamo raccontare la sua visione dell’Italia, il suo progetto attuale e il suo pensiero su un paio di cose che a suo dire ci cambieranno la vita: i bitcoin e la blockchain.

Puntare sui giovani

Quando rientra dagli USA Vincenzo decide di impegnarsi, a titolo gratuito, ad insegnare informatica nel suo ex liceo di Teramo. Fortunati quei ragazzi che lo hanno avuto come insegnate, soprattutto perché alcuni di loro si sono trasferiti a Milano a lavorare con lui nella sua nuova startup. “I ragazzi frequentano le scuole serali per fare sport. Chi ha detto che non possono farlo per lavoro?” Altri sono stati ricevuti persino al Quirinale da Mattarella per il progetto storico La Grande guerra (attivo su Twitter). “L’Italia ha un’ottima istruzione inferiore e superiore ma all’università si crea il grande gap col mercato del lavoro”, ci dice. “I ragazzi dovrebbero aggiornarsi anche autonomamente, ma in un ambiente così poco stimolante è difficile. Il momento più creativo nella vita di ognuno è tra i 19 e i 25 anni: i premi Nobel hanno svolto le loro ricerche disruptive in quel periodo della loro vita. Se sbagliamo approccio educativo in questa fase uccidiamo intere generazioni”.
Rivoluzione Bitcoin

 Bitcoin e blockchain

La nuova startup di Vincenzo Di Nicola si chiama Conio e vuole portare i bitcoin al grande pubblico. “Il problema è che le virtual currencies sono ancora percepite come una cosa misteriosa. La tecnologia alla base (la blockchain) è molto complessa, ma il concetto di base è molto semplice: monete virtuali distribuite in tutto il mondo non emesse da alcuna banca centrale. Questo consente da una parte di avere alternative alle politiche monetarie globali con notevoli vantaggi per governi e cittadini, dall’altra di abilitare servizi innovativi in molte aree: dalle assicurazioni, alla PA, al commercio. L’Italia è un grande esportatore, pensate a cosa significherebbe essere pagati in bitcoin bypassando i canali tradizionali: immediatezza delle transazioni, certezza del pagamento, minori commissioni, etc.” Le più grandi banche mondiali come Santander e Barclays si stanno già attrezzando per recepire questa innovazione e farla propria: anche in Italia non possiamo perdere questa opportunità perché potrebbe scaturirne una rivoluzione finanziaria di portata globale. Purtroppo però mancano i talenti in grado di fare questa rivoluzione, per questo investo tanto nella formazione”.

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