Dal 9 al 12 aprile Verona sarà ancora una volta la capitale mondiale del vino. Buyer, imprenditori, giornalisti e professionisti del settore vitivinicolo (e non solo) arriveranno da oltre 140 paesi per Vinitaly, il più grande evento dedicato al vino.
Focalizzata sul business B2B, Vinitaly non è solo la maggiore fiera del vino e dei distillati al mondo, ma anche una presentazione d’insieme della cultura enogastronomica italiana e un veicolo per la promozione turistica dell’Italia, che tra la mappa dei padiglioni e i due saloni “paralleli” Sol&Agrifood ed Enolitech, dedicati rispettivamente all’agroalimentare di qualità e alle tecnologie innovative per la produzione di vino e olio, ha l’opportunità di presentare a oltre 49.000 buyer esteri (dati 2016) i propri prodotti di eccellenza. E sono già più di 5.000 i contatti organizzati con gli operatori esteri dalle attività di incoming messe in piedi dalla società di gestione Veronafiere.
Le novità del 2017
Veronafiere si trasforma in SPA e mette sul campo investimenti per ben 94 milioni di euro da qui al 2020. Il piano industriale Italian Wine Channel prevede il coinvolgimento attivo di Mise, Mipaaf, Ice in una task force dedicata al mercato asiatico, cinese in particolare, con investimenti quadruplicati rispetto allo scorso anno e obiettivi importanti per il mercato target principale del vino italiano.
L’internazionalizzazione del vino italiano punterà molto anche ad utilizzare la digitalizzazione come leva del business, sfruttando strumenti come e-commerce e strategie di digital trasformation delle aziende per approcciare consumatori geograficamente lontani e con abitudini di consumo variegate, cui si affiancano attività di tasting ed education indispensabili per consumatori così culturalmente lontani dal vino come gli asiatici.
Passi in avanti dunque, in un modo estremamente tradizionalista e conservatore come quello del vino.
Eventi paralleli
La consorella Vinitaly International organizza durante l’anno roadshow in tutto il mondo per presentare il vino italiano, eventi che aprono la strada ai buyer esteri in arrivo nel nostro paese. Una delle principali manifestazioni correlate al Vinitaly è OperaWine, una maxi degustazione di vini italiani supportata dal prestigioso magazine enologico Wine Spectator.
Ci sono poi il Concorso enologico internazionale (attivo ormai dal 1992) e l’International packaging competition (attivo dal 1996), uno snodo rilevante nell’ambito della manifestazione nel quale giornalisti, produttori e creativi si incontrano per ragionare su immagine e comunicazione visuale del vino.
Vinitaly and the city coinvolge con il centro storico e l’arsenale tutta la città di Verona, arrivando fino a Bartolino, con eventi di spettacolo e cultura che creano un interessante “fuori salone” per i wine lovers, con un focus quindi sul B2C che viene così spostato fuori dallo spazio fieristico riservato invece ai professionisti del settore.
Infine, molti sono gli eventi “food” che coinvolgono chef stellati e non, in una valorizzazione congiunta che unisce enologia e gastronomia nella promozione del territorio e delle eccellenze italiane.
Mercati esteri
Tra i paesi che contano una maggiore presenza troviamo USA, Germania, UK, Francia, Canada, Cina (con un +130% nel 2016), Giappone e paesi del nord Europa, seguiti da Paesi Bassi e Russia.
E se la Cina sarà interessata dal progetto Italian Wine Channel, negli Stati Uniti la competizione per l’esportazione è ardua, nonostante il vino italiano sia primo per consumi. Stando ai dati dell’ICE – Istituto nazionale per il commercio estero, il vino italiano è ancora debole dal punto di vista del pricing, con prezzi medi che si aggirano attorno ai 2,89$ a bottiglia, contro i 5,12$ dei vini francesi.
Un gap che racconta una necessità di lavorare maggiormente sul marketing del vino italiano che dovrebbe invece essere posizionato come un prodotto di lusso.