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Vino sul Web: aziende attente ai siti ma poco all'E-commerce

Secondo una recente indagine, molte imprese del vino curano il proprio sito e i profili dei social-media. Nell’e-commerce è boom di start-up.

Sono sempre di più i produttori di vino che si affacciano al web per raccontare loro stessi e i propri prodotti. Pochi però sono quelli che si affidano all’e-commerce, un terreno più battuto dalle start-up. A dirlo è una ricerca di FleishmanHillard che ha analizzato le abitudini digitali delle aziende vinicole.

Maggiore attenzione per i vitigni autoctoni

Il dato più confortante riguarda la valorizzazione del territorio. Infatti il 53% delle aziende di vino ha concentrato la propria attenzione sul tema dei vitigni autoctoni e il 75% (+22% rispetto a 2016) al luogo di appartenenza. Oltre che rappresentare un gusto, una bottiglia di vino racconta anche un determinato luogo. Se si sente parlare del Brunello di Montalcino vengono in mente le colline verdeggianti del senese; se si legge “prosecco” si collega la parola al territorio del trevigiano; se si pensa al Passito la mente va alla Sicilia.
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Della sostenibilità, tema molto in voga al giorno d’oggi, parla il 37,5% delle aziende. Aumenta l’utilizzo dei social-media, in particolare di Instagram perché una foto di un vigneto o di un bicchiere di vino rosso fa sempre presa. Minori sono gli aggiornamenti di Facebook e Twitter che avvengono perlopiù una volta a settimana. “L’analisi ci conferma un trend di digitalizzazione del settore attraverso la presenza nelle principali piattaforme con una frequenza di aggiornamento lenta ma constante crescita”, dice Massimo Moriconi General Manager & Partner di FleishmanHillard Italia.
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Il vino e il digitale

La maggior parte dei siti delle imprese sono ottimizzati per mobile, segno che sono al passo coi tempi. Anche quest’anno l’azienda vitivinicola più attenta al settore digitale è stata la Compagnia De’ Frescobaldi, che dalla Toscana produce vini rossi e bianchi in tutto il mondo e su Youtube è la prima per numero di iscritti. Al secondo posto c’è la Cantina Antinori di Firenze (nel 2016 al quarto posto), seguita da Agricola Masi e Cavit Cantina Agricoltori al quarto posto.
Il settore che però è meno coperto dalle aziende storiche è l’e-commerce. Sul campione di 32 imprese solo 3 hanno un negozio online, mentre il resto si affida a ditte esterne. La maggior parte di queste sono start-up nate da poco e guidate da giovani che rivendono i vini. Tannico è la prima per bottiglie acquistate sul web, (oltre 500 mila all’anno) e una fidelizzazione di 50mila clienti. Se si vuole provare l’emozione di una bottiglia proveniente da una piccola cantina si può andare sul sito di Wineowine, start-up fondata dagli abruzzesi Eros Durante e Federico De Cerchio. I nostri vini sono molto apprezzati anche all’estero e, per attirare la nuova classe di ricchi cinesi, l’enoteca online Vino75 è stata la prima compagnia italiana ad aver siglato un accordo con il colosso cinese Alibaba.
Intanto il mercato totale del vino gira attorno ai 10 miliardi in Italia e 250 nel mondo.
fonte originale principale: www.wired.it

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