Chiara Ferragni è nella stanzetta del piccolo Leone, in un momento molto dolce tra i due. Lei dice al figlio che è molto fiera di lui, e il bambino di appena quattro anni le risponde: “Anch’io sono fiero di te, sei un fiore di mamma!”.
Il video, ripreso da una telecamera di sicurezza dei Ferragnez, finisce in un post su Instagram di Chiara, accarezzando la sensibilità dei fan, ma anche il disgusto di altri commentatori. Prima fra tutti, Selvaggia Lucarelli.
La conduttrice televisiva commenta su Facebook: “Chiara Ferragni va a recuperare le registrazioni, le scarica, taglia il pezzo e lo carica sui social, perché tutti sappiano cosa le ha detto il figlio nel buio della sua cameretta. Vuole l’approvazione nell’approvazione, il figlio che le dica che è una buona madre e che tutti sentano così diranno che il figlio-dice-che-è una buona madre. Il figlio che diventa strumento di meta-consenso. Ecco, mi ha stupito l’indignazione generale perché non mi sembra niente di così tanto diverso da quello che i Ferragnez fanno costantemente dei figli, sempre spiati da telefoni, telecamere di serie tv, social, telecamere di sorveglianza, trasformati in personaggi prima che possano decidere se tutto questo lo vogliano, se gli piaccia o se preferiscano vivere il più defilati possibile, in un turbinio di adv e monetizzazioni”.
Anche Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, si scaglia contro Fedez e Chiara Ferragni: “Ormai questi due bambini sono sovraesposti continuamente sui social con indosso dei brand come se lavorassero nella moda. Io lavoro con i brand ecosostenibili perciò so benissimo cosa c’è dietro il lavoro da influencer. I brand non vogliono i post ma vogliono le storie, perciò ogni volta che i figli di Chiara Ferragni e Fedez appaiono in questi spezzoni di filmati ci sta dietro un brand e quindi la storia serve per monetizzare. In Italia esiste una legge sulla privacy, vale solo per i genitori? Possibile che nessuno dica niente? Inoltre Chiara sposa solo aziende di un certo tipo, le multinazionali, che stanno facendo chiudere tutte le piccole aziende”.