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Arriva il virus B della scimmie, gli esperti avvisano: “Mortalità altissima”

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Il nuovo patogeno che sta creando non poca preoccupazione in Cina è stato denominato herpes B. Un uomo di 37 anni sta lottando tra la vita e la morte dopo esser stato ferito da una scimmia ospite nel parco Kam Shan, ad Hong Kong. Il patogeno, noto anche come virus simiae (virus delle scimmie), porta allo sviluppo di una sintomatologia simile a quella Covid-19, con una mortalità che supera però l’80 per cento. Con molta probabilità, evidenziano gli esperti, l’uomo è stato contagiato perché si è avvicinato troppo ad un animale infetto. Lo stesso paziente, al momento del ricovero, ha informato i medici di esser stato graffiato da un primate.
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In tal proposito si è espresso Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv) che ha dichiarato: “Il virus B delle scimmie, nei casi umani ha un alto rischio di mortalità. L’Herpesvirus che infetta alcuni primati può contagiare l’uomo attraverso morsi o graffi da parte di una scimmia portatrice del patogeno. Se inizialmente il virus provoca sintomi locali, di tipo simil-influenzale e trattabili con farmaci antivirali, in almeno la metà dei casi l’infezione arriva a livello cerebrale e quando ciò accade la morte è altamente probabile”. Ma quali sono i rischi? E i sintomi?

I sintomi

Sebbene sia considerata rara negli esseri umani, l’infezione è piuttosto grave: può portare, infatti, a gravi danni cerebrali o al decesso se non si riceve un trattamento immediato. I primi segni della malattia, che compaiono entro un mese dalla ferita, sono tipicamente sintomi simil-influenzali: febbre e brividi, dolore muscolare, fatica e mal di testa. Possono comparire anche piccole vesciche nella ferita o nell’area del corpo che è entrata in contatto con la scimmia.

Con il progredire dell’infezione possono presentarsi anche fiato corto, nausea e vomito e, man mano che il virus si diffonde provoca l’infiammazione (gonfiore) del cervello e del midollo spinale, che porta, a sua volta, a danni cerebrali e gravi danni al sistema nervoso e, infine, al decesso. Senza un trattamento tempestivo, il tasso di mortalità supera il 70%, anche se le probabilità di sopravvivenza sono notevolmente migliorate nel corso dei decenni grazie all’introduzione della terapia antivirale.

Come difendersi

L’esperto Arnaldo Caruso non ha dubbi: “È fondamentale cercare di evitare il più possibile il contatto diretto con le scimmie. Se si venisse morsi o graffiati da un animale infetto, non si può escludere il contagio” da Herpesvirus simiae, il virus B che a Hong Kong ha colpito il 37enne attaccato durante un’escursione in un parco. “Anche negli Stati Uniti, ad esempio in Florida – ricorda all’Adnkronos Salute l’esperto, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili – è stata documentata l’esistenza di colonie di scimmie portatrici di questo patogeno, che sembra diffondersi fra gli animali”.
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