Il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha ritoccato al rialzo la classificazione del rischio del coronavirus, quello che ormai tutti i media chiamano “virus misterioso”. E si registra oggi il primo caso negli Stati Uniti: l’uomo è ricoverato in isolamento al Providence Regional Medical Center di Everett, nello stato di Washington. Lo hanno reso noto gli US Centers for Disease Control and Prevention. Residente nella Snohomish County, era rientrato a Washington da Wuhan, il focolaio dove si è diffuso il virus. L’uomo avrebbe detto però di non essere stato nel mercato centrale della città cinese, dove sono messi in vendita pesci ed animali selvatici, considerato l’origine del virus.
Secondo i Cdc, l’uomo non presentava sintomi al suo arrivo a Seattle mercoledì scorso dopo il viaggio in Cina. Le condizioni dell’uomo sono buone e – affermano i medici – ci sono pochi rischi che infetti altre persone. Intanto, come riporta Repubblica, altre cinque persone sono morte in Cina dopo essere state contagiate dal coronavirus individuato per la prima volta a inizio dicembre a Wuhan, portando così a nove le vittime totali. I nuovi casi di infezione salgono nel Paese, dove si contano in totale più di 400 persone contagiate e oltre un migliaio di pazienti che restano sotto osservazione negli ospedali cinesi. Fra loro ci sarebbero anche 14 operatori sanitari
Lo riferiscono le autorità sanitarie locali, confermando che sono sette finora le persone colpite fuori dalla cittadina cinese epicentro del focolaio dell’epidemia: sono stati segnalati casi a Pechino e Guandong in Cina, e poi in Thailandia, Giappone e Corea del Sud. “Se i dati confermassero un’estensione del focolaio del nuovo coronavirus non si escludono misure più importanti a livello internazionale, che potrebbero esser prese domani dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: dai controlli più serrati negli aeroporti allo sconsigliare spostamenti, fino alle restrizioni dei viaggi, chiaramente non da tutta la Cina ma solo dalla città di Wuhan”, ha detto Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Il virologo Roberto Burioni: “Leggo sui giornali che le autorità europee hanno affermato che il rischio che il virus arrivi in Europa, e in particolare in Italia, è minimo. Io non sono per niente d’accordo con loro – scrive Burioni sulla sua pagina web ‘MedicalFacts’ – . Ma spero vivamente di sbagliarmi. Purtroppo il virus ha scelto il momento peggiore per saltare fuori: il 25 gennaio è il Capodanno Cinese, che corrisponde all’unico lungo periodo di ferie per i cinesi e viene sfruttato solitamente per viaggiare, anche all’estero. Per cui, siccome da Wuhan arrivano in Italia tre voli a settimana, io consiglierei al ministro della Salute una grandissima attenzione agli aeroporti”.
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