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Tutte le preoccupazioni del presidente Visco sulla manovra

A pochi giorni dal varo della nota di aggiornamento, che costituisce la cornice della prossima manovra, da Visco, il governatore di Banca d’Italia, arriva un altolà al governo. Salvini e Di Maio continuano a fare pressioni su Tria. E se le loro voci non stavano bastando più, ci ha pensato Rocco Casalino a montare un vero show. Ora il nemico non è più Tria, ma i tecnici del ministero brutti e cattivi che ostacolano il cambiamento, perché fatti impiegare lì da Forza Italia e dal Pd. Una tesi al quanto bizzarra, in perfetta linea con la continua strategia di distrazione di massa che mette in atto il governo gialloverde a guida Casaleggio Associati. Col deficit, però, non si scherza. Immaginare una legge di bilancio che fa leva soprattutto sul disavanzo sperando che possa aiutare la crescita è pura illusione. Si rischia infatti un forte aumento dei tassi e quindi di mandare fuori controllo il debito pubblico.

Visco parla al Convegno di studi amministrativi organizzato dalla Corte dei Conti a Varenna, non chiama mai direttamente in causa l’esecutivo, ma senza tanti giri di parole spiega che “nelle attuali condizioni della finanza pubblica, e con un basso grado di efficienza nell’amministrazione, il ricorso al disavanzo va utilizzato con cautela, assicurando un impiego delle risorse effettivamente rivolto al sostegno dell’attività economica”.

A suo parere, infatti “vanno tenuti in considerazione i vincoli che derivano dall’elevato livello del debito. Un aumento improduttivo del disavanzo finirebbe col peggiorare le prospettive delle finanze pubbliche, alimentando i dubbi degli investitori e spingendo più in alto il premio per il rischio sui titoli di Stato. Il rapporto tra debito pubblico e prodotto potrebbe rapidamente portarsi su una traiettoria insostenibile”.

Quindi ha ricordato che “ogni anno lo Stato deve collocare sul mercato circa 400 miliardi di debito pubblico e che una eventuale reazione negativa dei mercati, se ad esempio il premio per il rischio salisse di 200 punti base”, pur restando ancora al di sotto del livello registrato a fine 2011, “avvierebbe un rapido aumento del rapporto tra debito e prodotto”.

Il Paese, a detta di Visco, ha bisogno di tutt’altra cura. Innanzitutto occorre “disegnare strategie accorte, in grado di garantire la stabilità delle finanze pubbliche conciliandola con prospettive di crescita migliori”. Oppure “si può provare una strategia organica, che punti a una ricomposizione del bilancio pubblico verso gli impieghi più produttivi”.

Se questi suggerimenti saranno raccolti dal governo lo si capirà presto. Entro il 27 verrà varata la nota di aggiornamento. Mentre continua il braccio di ferro sul deficit tra il ministro dell’ Economia Tria, Di Maio e Salvini…

 

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