Quanto ci costano i vitalizi dei parlamentari? Innanzitutto è bene ricordare che i vitalizi non esistono più dal 2011 per i nuovi deputati e senatori, essendo stati eliminati dal governo Monti. Quindi, chi oggi percepisce un vitalizio è perché ne ha maturato il diritto prima della loro eliminazione. Proprio ieri, nella sua audizione davanti al Senato, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha parlato di numeri. I vitalizi attualmente erogati ad ex parlamentari sono 2700 e secondo il presidente Inps costano complessivamente 190 milioni di euro ogni anno. Un costo pesantissimo, insostenibile secondo il presidente Boeri e non solo secondo lui. Tuttavia questa cifra, nella tabella allegata all’audizione precedente sullo stesso tema nel maggio del 2016, per l’anno in corso era di 206,94 milioni di euro. Il valore dei vitalizi oscilla tra meno di 2 mila a più di 10 mila euro al mese, ma la maggior parte si trova compresa nella fascia tra 2-4 mila euro.
«Le regole dei vitalizi sono state sin dall’origine introdotte dal Parlamento in regime di autodichiarazione senza contemplare una valutazione di giudici esterni. Tale autonomia è stata consapevolmente utilizzata per mettere in piedi un sistema insostenibile destinato a gravare in modo rilevante sui cittadini in aggiunta alla spesa destinata al pagamento delle indennità parlamentari», ha detto Boeri in audizione a Palazzo Madama. Sull’eliminazione dei vitalizi Boeri ha anche detto che se si applicasse la delibera sul taglio già votata alla Camera il risparmio sarebbe di ulteriori 16 milioni che andrebbero ad aggiungersi ai 40 già risparmiati a Montecitorio, da gennaio 2019. Insomma, un chiaro endorsement ad uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle e dell’attuale presidente della Camera Roberto Fico.
Il taglio dei vitalizi è infatti soprattutto una battaglia politica. Uno dei cavalli di battaglia che hanno portato alla vittoria il Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni, nonostante il taglio dei vitalizi sia stato proposto anche dal Partito Democratico nell’ultima legislatura con il disegno di legge di Matteo Richetti, approvato però solo alla Camera. La delibera approvata dalla Camera il 13 luglio 2018 prevede il taglio di 1.338 assegni, che saranno dunque ricalcolati e abbassati. I vitalizi erogati erogati agli ex deputati sono in tutto 1.405. Ce ne sono quindi 67 non verranno ritoccati. I 67 assegni che non vengono toccati sono quelli dei deputati che hanno versato contributi per 4-5 legislature. La delibera sarà valida dal primo gennaio 2019 e nella maggioranza dei casi i vitalizi saranno tagliati dal 40 al 60%.
Ci sono due tetti minimi: uno di 980 euro per chi ha poche legislature alle spalle e uno di 1470 euro per i vitalizi che avrebbero un taglio di oltre il 50% con le nuove regole. A Montecitorio ci sarebbe un taglio di 40 milioni di euro che arriverebbe a 200 la legislatura. Un risparmio consistente viene dal taglio degli assegni per gli ex deputati in età da pensione. Si tratti in molti casi di ultraottentenni, come per esempio il democristiano veronese Valentino Perdonà che di anni ne ha ben 103: il suo assegno passerà da 4480 euro al mese a 1250. Super taglio anche per due volti storici della sinistra: l’88enne Luciana Castellina passerà da 3.140 euro a 500 circa, con un taglio dell’84,06 per cento. Non va meglio a Rossana Rossanda, 94enne punto di riferimento per almeno due generazioni della sinistra, che perde il 72,58 per cento dell’assegno pari a 2.123 euro netti.Le vedove di ex parlamentari non dovrebbero subire effetti dalla riforma. Nessun vitalizio, invece, è previsto per i condannati in via definitiva.
E al Senato? Chi prende in questo momento i vitalizi più alti? Nell’ultimo elenco pubblico disponibile, risalente al 2016, ci sono molti nomi ai più sconosciuti. In vetta alla classifica però, con l’assegno più ricco, c’è qualche nome noto. C’è quello, ad esempio, di Franco Bassanini, ex senatore de l’Ulivo ma anche ex ministro nei governi D’Alema e Amato. Con lui ci sono anche Antonio Del Pennino (Pri), Alfredo Biondi (Pli/Forza Italia), Filippo Berselli (Pdl), Nicola Mancino (Dc/Pd), Clemente Mastella (Udeur/Fi) e Giuseppe Pisanu (Fi). Tutti questi ex senatori incassano ogni mese 6939,81 euro. Tra gli assegni più ricchi ci sono anche quelli dell’ex senatore comunista Emanuele Macaluso (94 anni), del Dc Arcangelo Lobianco (89 anni), dell’indipendente di sinistra e ex ministro del governo Dini Adriano Ossicini (98 anni) e del socialista Michele Achilli, 87 anni. Tutti questi assegni, se la delibera sul taglio dei vitalizi a Palazzo Madama seguirà le orme di quella di Montecitorio per quanto riguarda i deputati in età da pensione, saranno quelli che subiranno il taglio più consistente.
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