Il presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto un discorso al VivaTech di Parigi, in svolgimento dal 24 al 26 maggio nella capitale francese. Alternando francese e inglese Macron ha mostrato la strada per regolamentare le società tecnologiche, sottolineando quanto sia differente da quella già intrapresa da Stati Uniti e Cina.
Il pensiero di Macron
Il Premier francese pensa che l’Europa dovrebbe avere più voce in capitolo quando si tratta di regolamentazione, non solo per quel che riguarda la privacy. Ovviamente ha difeso il GDPR e la privacy online, ma ha anche parlato di altro: tasse, cyberbullismo, protezione dei lavoratori indipendenti etc.
La posta in gioco è alta: ha infatti chiesto alla platea “come è possibile costruire un modello europeo che riesce a conciliare l’innovazione e il bene comune?“
Davanti a lui sedevano 50 amministratori delegati appartenenti al settore tecnologico, non solo per dibattere su come l’innovazione può stimolare il bene comune, anche come può collaborare migliorando i settori dell’istruzione, del lavoro e della diversità.
Macron ha iniziato con alcuni numeri sull’ecosistema tecnologico francese. “Voglio parlare con l’intero ecosistema francese qui oggi. Quello che stiamo facendo è essenziale per il nostro paese e per il mondo “, ha esordito.
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I progetti della Francia per l’Africa
Ha successivamente menzionato l’Africa e i progetti ad essa inerenti.
“Il mio secondo messaggio è per l’Africa perché quest’anno hai deciso di invitare l’Africa a VivaTech“, ha affermato, annunciando il paese investirà del denaro pubblico nelle startup africane più promettenti. “Negli ultimi sei mesi, l’Agenzia francese per lo sviluppo ha lavorato molto su questo progetto e sarà in grado di annunciare nelle prossime settimane un nuovo programma specifico di 65 milioni di euro per investire piccole somme, da 30.000 a 50.000 euro per startup”
Un messaggio alle grandi aziende tecnologiche
Infine, Macron ha parlato del Tech for Good Summit e della regolamentazione tecnologica in generale. “Stiamo attualmente vivendo una rivoluzione. Credo fermamente in quella rivoluzione e anche il nostro Paese ci crede, Ma non si può negare che alcune persone nel nostro paese e nel mondo temono il cambiamento. Le aziende tecnologiche non sono sempre state esemplari. Alcuni non hanno rispettato le leggi fiscali e hanno alimentato la sfiducia, anche da parte degli imprenditori francesi.”
Così ha poi difeso il progetto della Francia per creare una tassa europea sulle grandi aziende tecnologiche. Se il governo francese riuscirà a convincere gli altri governi europei a seguirlo, le grandi compagnie tecnologiche potrebbero essere tassate sulle entrate locali in ogni paese dell’Unione. Rappresenterebbe così un modo per evitare schemi di ottimizzazione fiscale.
“Sono un grande ottimista tecnologico e questo paese crede nell’innovazione“, ha affermato. “Ma non è abbastanza: fare soldi, creare posti di lavoro e rendere felici gli azionisti è grandioso. Soprattutto creando posti di lavoro, per quanto mi riguarda”. Così si è guardato bene dal menzionare solo gli imprenditori, perché Macron è un sostenitore dell’innovazione ma sta prima di tutto dalla parte dei lavoratori. Ha infine terminato il suo discorso di inaugurazione concludendo che: ”La posta in gioco è come costruiamo un modello europeo che concilia innovazione e bene comune”, ha affermato. “Dobbiamo lavorare insieme per costruire questo quadro comune“.
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