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Sanremo, Luxuria attacca Zalone: “Perché parlare di trans abbinandole alla prostituzione?”

Boom di ascolti e di successo per Checco Zalone a Sanremo. Il popolare attore comico pugliese si è esibito sopra e sotto il palco del teatro Ariston, riscuotendo gli applausi e suscitando le risate del pubblico in sala e a casa. A Zalone sono arrivati persino i complimenti di virologi come Massimo Galli e Matteo Bassetti per il suo modo di sdrammatizzare l’emergenza pandemica. Non solo luci però per lui. Intanto, un’altra virologa, Maria Rita Gismondo, non ha apprezzato la sua performance, come invece i suoi colleghi. Ma anche l’ex parlamentare e attivista Lgbtqi, Vladimir Luxuria, pubblica un tweet di fuoco contro di lui.

Vladimir Luxuria e Checco Zalone

A scatenare la furia social di Vladimir Luxuria è la storia, una fiaba moderna, raccontata da Checco Zalone durante la seconda serata del Festival. La fiaba è ambientata in Calabria. Il protagonista si chiama Oreste,  un uomo di origini brasiliane trasformato in una donna dalla fata Florenza. Oreste si innamora del principe, figlio di un re omofobo, durante un ballo tenuto a corte.

Il re si oppone con forza alla loro storia d’amore. Ma il finale riserva molte sorprese. Si scopre infatti che il protagonista si prostituisce, mentre il re è uno dei suoi più assidui clienti. Nessuna intenzione di offendere le persone transessuali da parte di Zalone. Ma il suo modo di esprimersi infastidisce comunque Luxuria.

“Perché parlare di trans sempre abbinandole alla prostituzione? – attacca l’ex parlamentare su Twitter – Va benissimo la critica all’ipocrisia dei falsi moralisti ma si può fare di meglio evitando le solite battute sugli attributi sessuali (rima con ‘azzo’) e il numero di scarpe (48) Meglio ridere che deridere”, conclude. Il suo post ottiene subito migliaia di reazioni che sembrano spaccate a metà. Da una parte c’è chi le dà ragione. Dall’altra, chi invece sottolinea che quello è il solito stile dissacrante di Zalone”.

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