Dopo la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro, e la diffusione delle prime immagini del suo volto dopo 30 anni di latitanza, tornano all’onore della cronaca le parole di un pentito di mafia che aveva anticipato la possibilità che il boss si sarebbe consegnato.
“Chissà che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso? E così arrestando lui esca qualcuno che c’ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore…”.
Aveva parlato così, appena a novembre, Salvatore Baiardo, un gelataio piemontese di origini siciliane, che negli anni Novanta aiutò i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano.
E l’ipotesi di Baiardo è proprio che a uscire potesse essere Filippo Graviano, “unica speranza con l’ergastolo ostativo”.
Le dichiarazioni di Baiardo sono state raccolte da Massimo Giletti in una puntata speciale di “Non è l’Arena”, dal titolo “Fantasmi di mafia”, andata in onda il 9 novembre 2022 su La7.
Rispondendo alle domande del conduttore sull’ergastolo ostativo, il collaboratore Baiardo ha riaffrontato il tema degli incontri che i due boss di Brancaccio avrebbero avuto con l’ex Premier Silvio Berlusconi, ed ha parlato delle trattative tra Stato e mafia che potrebbero non essere mai finite.
In questo contesto andrebbe letta la consegna di Matteo Messina Denaro, che lo stesso Baiardo confermò di sapere di un suo passaggio in Veneto nel 2014, quando con la protezione dei Graviano, abitò in uno stabile a Venezia, ottenendo anche un lasciapassare per frequentare i casinò della città lagunare.
Le parole di Baiardo, però, stridono con le voci degli interni della clinica privata in cui il boss è stato arrestato, che asseriscono che lui avrebbe tentato la fuga e che l’arresto non sarebbe avvenuto in modo indolore.
Congratulandosi con le forze dell’ordine, intanto, la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, dopo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha annunciato di voler essere presente molto presto a Palermo.