C’è una spada di Damocle che continua a volteggiare sulle teste degli esponenti di Pd e Cinque Stelle impegnati in queste ore nel difficile compito di dare forma e sostanza al governo giallorosso, dopo che il premier Conte ha ufficialmente ricevuto l’incarico da Mattarella di dar vita a un nuovo esecutivo, accettando con riserva. Si tratta della piattaforma Rousseau, che sarà chiamata a esprimersi sul programma concordo dai due partiti non appena il documento sarà pronto.
Un passaggio particolarmente sgradito ai dem di Zingaretti, e che ha rischiato a più riprese di far saltare l’accordo. Al punto da spingere gli esponenti del Movimento a chiarire in queste ore: la votazione sulla piattaforma si svolgerà regolarmente e avrà il valore di una direzione di partito. Insomma, dal Movimento fanno il possibile per non far passare il messaggio dello “sgarbo istituzionale” denunciato dal Partito Democratico.
Di Maio sta però pensando a delle soluzioni ulteriori per evitare di offrire il fianco ai dem. Troppo alto, in caso di fallimento della trattativa, che la piattaforma Rousseau venga indicata dal Pd come una delle principali cause di rottura. E così si lavora innanzitutto sui tempi: la consultazione ci sarà già in queste ore, durante le consultazioni del premier incaricato, così da avere un responso prima che Conte rimetta la riserva.
Non solo: Di Maio ragiona anche su un modo per “disarmare” il voto degli utenti. Proponendo loro un quesito blando, formulato in maniera vaga, che dia l’idea di un passaggio non così fondamentale per le sorti giallorosse. Facciamo votare il popolo della rete, insomma, ma sembra troppa convinzione, così da non infastidire i futuri alleati. Una via di mezzo non troppo convincente, forse. Ma che potrebbe bastare a sancire la pace.
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