Voucher, cosa cambia adesso? Dopo il boom di utilizzo (di cui abbiamo già parlato qui), la campagna referendaria della Cgil e, infine, il retro front del Governo che li ha aboliti, restano ancora tante domande sulla disciplina del cosiddetto lavoro accessorio. Il referendum si farà? Fino a quanto i voucher potranno essere utilizzati? E senza più voucher, come potranno essere retribuiti i lavoretti? Qui tutte le risposte.
Aboliti i voucher, abolito il referendum?
Il referendum, proposto dalla Cgil per l’abolizione dei voucher, era stato fissato dalla Corte costituzionale per il 28 maggio. Il Governo però, con il decreto legge 25/17, ha deciso di abolire integralmente i buoni lavoro e la relativa disciplina del lavoro accessorio. Aboliti i voucher, abolito il referendum? Non proprio. Saranno infatti necessari ancora alcuni passaggi burocratici. Il Parlamento dovrà infatti convertire in legge il decreto legge del Governo. Per farlo, ha 60 giorni di tempo, a partire dal 17 marzo. Successivamente, la Corte costituzionale sentirà il parere della Cgil, in qualità di soggetto promotore del referendum, e solo allora potrà essere cancellato il referendum. L’indicazione che arriva dal mondo politico, lascia intendere che non si andrà alle urne il 28 maggio.
Voucher, in uso fino al 31 dicembre. Ma quanta confusione
Addio dunque ai voucher. Cosa cambia adesso? Il decreto è immediatamente applicabile tanto che già dal 18 marzo non è stato più possibile acquistare i buoni lavoro sulle piattaforme dell’Inps. Il decreto stesso prevede però che possano essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017 tutti quei voucher acquistati prima del 17 marzo. In merito, si è creato un buco normativo, come rilevato sui principali organi di informazione specializzati. Il decreto ha abolito la disciplina del lavoro accessorio, insieme ai voucher. Quale procedura allora applicare nel periodo transitorio per i voucher ancora circolanti? Una nota ministeriale del 21 marzo ha precisato che per il periodo transitorio i buoni lavori potranno essere utilizzati con le norme previgenti.
Addio ai voucher, cosa cambia per il lavoro accessorio
Al di là dei buchi normativi rilevati, il più grosso dilemma è: senza voucher, cosa cambia per il lavoro accessorio? È la domanda che si sono posti decine di ristoratori, aziende di trasporto e edilizia, i settori in cui si è fatto più largo uso dei voucher. Anche alcune associazioni di categoria provinciali, del commercio e dell’artigianato, hanno esposto tutte le loro perplessità in merito all’abrogazione dei voucher e alle difficoltà di retribuire, in conformità alla legge, i cosiddetti lavoretti. L’ipotesi praticabile, al momento, è il cosiddetto ‘contratto di lavoro intermittente’ o a chiamata, applicabile per un periodo massimo di 400 giornate, nell’arco di tre anni. Ci sono vincoli di utilizzo, però, che riguardano l’età dei lavoratori e i settori di utilizzo. Altre ipotesi, allo studio del Governo, prevedono l’utilizzo di una formula in uso in Francia e in Germania, gli assegni di lavoro. La Cgil, invece, ha avanzato l’ipotesi di un lavoro subordinato occasionale.