Quando si parla di realtà virtuale il primo pensiero va sempre verso Oculus. Eppure di dispositivi per vivere esperienze in 3D immersive ce ne sono, tra tutti gli HTC Vive e i Gear VR di Samsung. Proprio questi ultimi, per via del costo ridotto e della possibilità di essere slegati da cavi e computer connessi, hanno semplificato l’ingresso in azienda del virtuale, non inteso solo come gioco ma vera nuova possibilità produttiva, collaborativa e comunicativa.
Le persone considerano il VR ancora a scopo ludico e non è sbagliato. Anche a livello enterprise è questa la chiave di ingresso, il motivo per approcciarsi a una piattaforma dalle potenzialità ancora inespresse. Gli esempi di compagnie che hanno imparato a sfruttare gli occhialini sono sempre di più e, sembrerà strano, con risultati già concreti. Qui di seguito le case history più interessanti, che potrebbe anche rappresentare dei punti di partenza per applicazioni nostrane.
L’architettura di InsiteVR
Uno dei vantaggi nell’utilizzare il VR per finalità professionali è la collaborazione in tempo reale. Una volta si parlava di documenti di testo, excel e powerpoint da modificare via cloud in tempo reale mentre oggi risulta molto più semplice agire tramite avatar nella medesima stanza, sotto le sembianze di un avatar che per quando digitale rappresenta comunque una forma identitaria più concreta. InsiteVR è una community di architetti che ha realizzato un ambiente 3D proprio a tale scopo. Riproduzioni di uffici e meeting room conservano plastici e progetti su cui lavorare insieme, anche a migliaia di chilometri di distanza. Anzi, la declinazione tridimensionale di un CAD rende l’interazione ancora più naturale e ottimizzata al risultato.
La medicina di Reply Forge
C’è un progetto italiano che ha fatto storia e che coinvolge Reply e l’Ospedale Auxologico di Milano. Qui il team di Reply Forge, che si occupa dello sviluppo di software VR, ha montato un cosiddetto “Cave”, una stanza dotata di diversi pannelli sui quali vengono proiettati dei contesti virtuali da vivere indossando un paio di occhialini progettati in casa. Tutto ciò per dar vita alla Cybertherapy, branca medica che intende usare le nuove tecnologie come forma di supporto alla riabilitazione motoria e psichica. I primi test dicono che il metodo funziona e potrebbe essere accolto anche da tanti altri istituti.
I viaggi di MSC Crociere
Il turismo è uno di quegli ambiti che dal VR può ottenere un beneficio assoluto. Il motivo? Cosa meglio di 5 minuti virtuali in riva a una spiaggia delle Maldive può spiegare cosa attendersi da una vacanza da sogno? MSC Crociere è solo una delle compagnie che ha deciso di cogliere la sfida della realtà immersiva in fase di scelta di un viaggio. Indossando un paio di economicissimi Google Cardboard, il cliente può scegliere la meta preferita, tra quelle supportate, e non solo anticipare le ambientazioni della destinazione ma anche le attività e gli spazi della nave da crociera che lo porterà in giro per il mondo. Tutto parte da un catalogo e da una manciata di codici QR che attivano l’app sullo smartphone. Niente di più semplice.
Risparmiare sui prototipi
Non molti lo sanno ma la realtà virtuale è uno strumento che le compagnie automotive usano già da un po’. Come per la stampa 3D, lo fanno per ottimizzare i processi di produzione e risparmiare sui costi. In che senso? Beh, creando modelli tridimensionali di componenti interne ed esterne per capire come adattarle alle strutture presenti, prima di realizzare anche un solo prototipo che, su vasta scala, vuol dire spendere soldi per qualcosa che non sai se ti servirà davvero. Ford, nel corso del 2018, comincerà a usare la mixed reality per migliorare la collaborazione a distanza tra i team, mentre Renault sta testando presso una fabbrica di Lione dei processi di controllo qualità basati sul VR, insieme all’agenzia Immersion.
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