L’attenzione sulla Legge di Bilancio è concentrata in più settori. Quello digitale, in particolare, pretende di conoscere tutti i particolari sulla Web Tax, la prima imposta pensata per le transazioni digitali.
Si tratta di una cosiddetta “flat tax del 6%”, ed è applicabile sulle prestazioni di servizi effettuati da mezzi elettronici.
Il testo era stato presentato dal Senatore Massimo Mucchetti ed il Senato l’aveva approvato a fine novembre scorso.
Due giorni fa ci ha pensato Francesco Boccia, presidente della Commissione bilancio della camera, a correggere la prima bozza. Ha voluto infatti rendere più chiara la direttiva e sottolineare quanto può entrare allo Stato in termini di guadagno.
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La prima versione del testo prevedeva un 6%, cifra che è stata successivamente dimezzata nella nuova versione.
L’erario si aspetta poi un introito di corrispettivo pari a 190 milioni di euro.
Queste modifiche sono risultate fondamentali sia per coloro che saranno raggiunti dalla tassa, sia per fare un po’ di chiarezza sulla previsione di introiti, che inizialmente era stata ipotizzata a 114 milioni.
La novità fondamentale è quella secondo cui le pmi saranno escluse dal giro, come già annunciato in precedenza.
Nessun cambiamento quindi per le piccole imprese, che saranno così salvaguardate.
Le aziende interessate saranno quelle più grandi, ovvero secondo il testo di legge di bilancio, le imprese interessate da oltre 3mila transazioni di servizi all’anno.
Non c’è credito d’imposta, quindi la web tax viene applicata alla fonte.
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Quando verrà applicata? La data è quella del 1 gennaio 2019. Manca quindi un anno esatto, periodo che serve qualora risultassero ancora modifiche o cambiamenti da effettuare.
Oltre al testo italiano, si attendono ulteriori aggiornamenti da Bruxelles, visto che è in arrivo la web tax europea per il 2018.
Come sarà applicata resta tutto da vedere. Sarà infatti necessario conoscere prima il suo sviluppo e poi capire se la nostra web tax avrà gli stessi effetti.