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WhatsApp: stop ai minori di 16 anni, nuove regole privacy

WhatsApp ha aggiornato i Termini di servizio e l’Informativa sulla privacy in vista del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) che entrerà in vigore in Europa il 25 maggio. WhatsApp precluderà l’accesso al servizio ai minori di 16 anni in Europa per effetto delle nuove regole sulla privacy. L’azienda, del gruppo Facebook, si è allineata alle nuove regole. Nelle prossime settimane WhatsApp provvederà a richiedere agli utenti di confermare la propria età e di accettare la nuova politica sulla privacy. Gli attuali utenti che utilizzino il servizio e abbiano più di 13 anni (attuale limite minimo), ma meno di 16 anni, vedranno il proprio account bloccato. Nell’Unione Europea, l’età minima per iscriversi a WhatsApp avrà ora 16 anni, e non 13.

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La novità di WhatsApp

Dopo Facebook, ecco Whatsapp, che dal febbraio del 2014 è di proprietà del colosso di Mark Zuckerberg. Il tema è quello dell’utilizzo di Internet da parte dei minori. Il contesto è l’applicazione del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali, applicabile dal prossimo 25 maggio.

A differenza della casa madre Facebook, che ha deciso di estendere a tutto il mondo l’obbligo del consenso per il trattamento delle informazioni sensibili per i 13-15enni, WhatsApp è intervenuto innanzitutto sull’età minima per iscriversi e ha limitato la novità all’Europa: «Per usare i nostri servizi devi avere almeno 16 anni o la maggiore età richiesta nel tuo Paese (quindi se la norma italiana scende a 13, per i nostri giovani connazionali andrà bene 13, ndr)». Nel resto del mondo l’app continuerà a essere aperta a chi ha più di 13 anni (il limite è stato aggiornato nell’agosto del 2016, prima era di 16 anni in tutto il mondo). Il rispetto della regola è affidato alla buona fede dei piccoli internauti, che possono facilmente mentire, o al controllo dei loro genitori.

WhatsApp aveva precedentemente affermato che raccoglie pochissimi dati e ogni messaggio è crittografato end-to-end. Nel 2016, il servizio ha cambiato la sua politica sulla privacy, in cui ha annunciato che condividerà meta dati come le informazioni sul dispositivo, il numero di conto dell’utente, ecc. Con la società madre Facebook. Gli utenti hanno la possibilità di disattivare questa funzione.

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Perché WhastApp è sotto controllo da parte delle autorità 

WhastApp è sotto controllo da parte delle autorità di regolamentazione della privacy dell’Unione europea sulla condivisione dei dati dell’utente con la società madre Facebook. Successivamente, il servizio di messaggistica ha sospeso la condivisione dei dati per gli utenti dell’UE con un aggiornamento della politica sulla privacy. Criticando l’aggiornamento, le autorità di protezione dei dati dell’UE (o il gruppo di lavoro articolo 29) osservano che i cambiamenti sono “gravemente carenti come mezzo per informare il loro consenso”.

 Il Gruppo di lavoro articolo 29 ha dichiarato che WhatsApp non ha ancora risolto il problema di preoccuparsi degli utenti per la condivisione dei dati. Facebook si trova di fronte alla condivisione di dati personali di oltre 50 milioni di utenti con la società di consulenza londinese Cambridge Analytica, che ha raccolto i dati per influenzare l’esito delle elezioni presidenziali americane del 2016 e il voto sulla Brexit. Al momento, WhatsApp dice che non sta condividendo alcun dato con Facebook. Ma non sta dicendo che non lo farà in futuro.

Cos’è il regolamento generale sulla protezione dei dati?

Con l’entrata in vigore del GDPR, le aziende che operano in Europa, o che hanno utenti europei, dovranno conformarsi ai rigorosi standard di privacy e offrire agli utenti un maggiore accesso e controllo sui loro dati. La legge si applica a società come Facebook, Google e altre che raccolgono informazioni personali degli utenti. In base ai nuovi regolamenti, gli utenti dovranno essere informati entro 72 ore dalla violazione dei dati. Inoltre obbliga le aziende a specificare chiaramente cosa rientra nel regno dei dati personali. Il consenso dei genitori è richiesto dalle aziende per elaborare i dati personali di minori di 16 anni.

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Come scaricare i dati di WhatsApp

La funzione “Richiedi informazioni account” sarà disponibile per tutti nelle prossime settimane. “Nelle prossime settimane, sarai in grado di scaricare e vedere i dati limitati che raccogliamo. Questa funzione verrà distribuita a tutti gli utenti di tutto il mondo sulla versione più recente dell’app,” legge un post sul blog di WhatsApp. Una volta che gli utenti fanno clic su “Richiedi rapporto”, la schermata si aggiornerà su “Richiesta inviata”. Il rapporto può richiedere fino a tre giorni per essere disponibile dalla data della richiesta. La richiesta non può essere annullata dagli utenti. Tuttavia, WhatsApp può annullare la richiesta di rapporto degli utenti se eliminano il loro account WhatsApp, cambiano il loro numero o registrano nuovamente il proprio account mentre la richiesta è in sospeso.

Una volta che il report di WhatsApp sarà disponibile, gli utenti riceveranno una notifica che recita: “Il tuo rapporto di informazioni sull’account è pronto per il download.ì” Gli utenti di WhatsApp avranno qualche settimana per scaricare il report, dopodiché verranno eliminati dai server della società, secondo il post.

La responsabilità dei genitori

L’obiezione più ovvia alla nuova politica è che non ci sarà un reale controllo dell’età: gli utenti potranno semplicemente cliccare su “accetto” ed evitare – di fatto – di dover realmente fornire una prova della propria età. Tuttavia, WhatsApp si tutela in questo modo da eventuali controversie poiché scarica sull’utente l’eventuale colpa di aver mentito in fase di registrazione.

Non è possibile, d’altronde, richiedere che WhatsApp – o qualunque altra realtà – sostituisca il lavoro dei genitori, il cui compito è supervisionare le attività online dei propri figli per tutelarne la sicurezza e la buona crescita. Il mondo tecnologico diventa sempre più complesso e richiede conoscenze sempre maggiori, ma questa non può essere una scusante per delegare il proprio ruolo a un’azienda. In questo senso, comunque, nulla cambia rispetto a quanto già avviene ora indipendentemente dalle regole e dalle leggi.

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