Svolta nelle indagini sulla morte di Wissem Ben Abdel Latif, un ragazzo di origine tunisina morto in circostante misteriose circa un anno e mezzo fa, mentre era legato a un letto nella sede del Servizio psichiatrico della Asl 3 di Roma. Quattro persone risultano al momento iscritte nel registro degli indagati. La sorella 22enne di Wissem, raggiunta in Tunisia dal quotidiano Repubblica, si sfoga in maniera durissima invocando giustizia per suo fratello che secondo lei sarebbe stato “ucciso perché era un migrante tunisino”.
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Wissem, il tunisino ucciso dai medici?
“Ora la verità è chiara dopo tutto questo tempo. – si sfoga la sorella di Wissem che si trova in Tunisia – La morte di mio fratello è stata una fine molto triste, una morte intenzionale. Non sono soddisfatta. Ci sono molte domande ancora senza risposta. Perché gli hanno fatto questo? Avevano il diritto di eseguire un sequestro di persona e di legarlo a un letto uccidendolo deliberatamente? Abbiamo aspettato un anno e quattro mesi per una notizia come questa”.
Lo sfogo della sorella di Wissem dalla Tunisia
“In questo ospedale ci sono dei criminali che gli hanno iniettato un sedativo non prescritto. – questa la grave accusa lanciata dalla sorella della vittima – La salute di mio fratello era buona, non soffriva di nessuna malattia. I due medici e i due infermieri indagati per me fanno parte di una gang. Chiedo all’Italia che vengano rispettati i diritti di mio fratello che è stato ammazzato. Solo così i nostri cuori potranno risposare in pace. Noi vogliamo che tutti quelli che hanno causato la sua morte siano dichiarati responsabili. C’è stata oppressione e ingiustizia contro Wissem. Non ci arrendiamo fino a che non gli sarà resa giustizia”.
“E quando lo hanno messo in un letto legato per tre giorni, è anche questo un errore medico? Mio fratello è stato ucciso volontariamente. – la ragazza dalla Tunisia sostiene la tesi dell’omicidio a sfondo razziale – Era emigrato per lavorare in Francia, c’era un mio zio che lo aspettava per lavorare con lui. Wissem voleva migliorare la sua vita. Invece in questo ospedale ci sono delinquenti, criminali che l’hanno ammazzato così. Lo hanno ammazzato perché era un migrante tunisino e perché non voleva ingerire le medicine che gli davano. L’immigrato non ha alcuna protezione internazionale. Dopo la morte di mio fratello tutte le nostre vite sono diventate tristi. I miei genitori sono sotto shock. Non riesco a immaginare come si sia spento Wissem perché mi rattrista. Io e l’altro mio fratello eravamo i suoi piccoli, lui occupava di noi”, conclude la sorella del tunisino morto.
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